Bruxelles – È inutile continuare a porre ogni giorno la questione della flessibilità, le risposte, alle richieste formali arriveranno a maggio, non prima. Lo ha precisato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, presentando a Bruxelles le stime macroeconomiche per il 2016. “C’è un calendario preciso”, e per il momento i servizi dell’esecutivo “stanno vagliando tutte le richieste di flessibilità”, e cioè anche quelle legate alle spese per far fronte alla crisi dei migranti, all’emergenza terrorismo, ma anche agli interventi per la cultura, ha assicurato Moscovici. Sul tema il dialogo con il governo italiano è costante. “Sono regolarmente in contatto con Pier Carlo Padoan, e non mi ricordo più quanti incontri abbiamo avuto, per fare il punto sul tema”, e il dialogo è “aperto e di qualità”, lo definisce Moscovici. La risposta, come scritto nella lettera inviata da Jean-Claude Juncker a Matteo Renzi verrà data, ha specificato il commissario “con spirito di sostegno”, ma “senza contravvenire al Patto di Stabilità e crescita”. L’Italia, ha ricordato più volte Moscovici, “è l’unico Paese che finora ha usufruito delle misure di flessibilità”, con lo 0,4% concesso a settembre. Per il futuro quindi bisogna continuare a discutere con serenità. “Sono convinto – ha concluso il commissario – che lo spirito di dialogo e di compromesso debbano sempre prevalere sullo scontro”.
Per quanto riguarda le stime economiche Bruxelles prevede che il deficit scenderà solo marginalmente nel 2016 al 2,5% (dopo il 2,6% dell’anno scorso) e questo, si legge nel documento pubblicato “riflette l’impatto espansivo della legge di stabilità per il 2016”. In particolare, il documento cita i “3,2 miliardi di spese aggiuntive per la sicurezza e la cultura, che hanno aumentato l’obiettivo di deficit al 2,4% del Pil dal 2,2% programmato nella bozza di bilancio”. Ma questo 0,2% potrebbe rientrare nelle richieste di flessibilità richieste dal nostro Paese. Per il 2017 il deficit dovrebbe scendere a quota 1,5% “se non ci saranno cambiament nelle politiche” del governo, specifica Bruxelles.
Per quanto riguarda il debito questo nel 2016 scende ma “solo leggermente, anche a causa del peggioramento dei bilancio strutturale”. Secondo le previsioni economiche della Commissione europea, “dopo il picco raggiunto nel 2015” (132,8%, inferiore rispetto alle precedenti stime Ue che lo prevedevano al 133%), nel 2016 il rapporto debito/Pil è previsto al 132,4%, e nel 2017 al 130,6%. Secondo il governo italiano, invece, quest’anno sarà pari al 131,4% e l’anno prossimo al 127,9%. Secondo le stime Ue, il deficit strutturale sara’ pari al -1,7% nel 2016 e al -1,4% nel 2017 (era -1% nel 2015)
Nel capitolo Pil Bruxelles rivede leggermente in ribasso le previsioni e afferma che si è espanso dello 0,8% nel 2015, e farà +1,4% quest’anno e quindi +1,3% nel 2017. A novembre, si stimava per ogni anno uno 0,1% in più. “Dopo essere cresciuta moderatamente nel 2015, l’economia italiana guadagna slancio nel 2016 e 2017 col rafforzarsi della domanda interna”, si legge ancora nel documento secondo cui “la caduta dei prezzi del petrolio e una posizione di bilancio espansiva sosterranno la domanda e compenseranno il rallentamento degli export” registrato nella seconda metà del 2015.