Bruxelles – Gli eurodeputati hanno inviato alla Commissione europea una risoluzione, nella quale si chiede di istituire “un gruppo omogeneo formato da tutti i territori insulari”, in modo da poter prendere misure concrete, e affrontare gli svantaggi permanenti che le isole devono affrontare, sfruttando inoltre le loro enormi potenzialità.
Il testo, votato oggi, si basa sull’articolo 174 del trattato Ue, che riconosce gli svantaggi permanenti delle regioni insulari, sottolineando come le difficoltà specifiche esistano, e persistano, in queste zone; un esempio a sostegno di questa tesi potrebbe essere l’aumento dei flussi migratori nelle regioni insulari meridionali, dati confermati anche dagli indicatori statistici come il Pil, che ne riflette la vulnerabilità economica e sociale.
Il Parlamento europeo sottolinea come, le isole maggiormente esposte ai flussi migratori, sono quelle regioni periferiche che confinano con le frontiere esterne dell’Ue; quindi le aree che stanno convivendo con un aumento di flussi migratori sono proprio le isole meridionali del Mediterraneo. Per questo motivo i deputati chiedono all’Ue “un approccio globale, che comprenda il sostegno di tutti gli Stati membri”, e nell’emendamento già approvato da essi si legge “a talune isole europee sono stati accordati regimi fiscali speciali, per controbilanciare i loro svantaggi naturali e demografici permanenti”.
“L’insularità si supera se si è in rete. Se la geografia non è superabile, lo è la condizione di isolamento: ogni isola sia connessa alle reti digitali, a quelle energetiche, a quelle del trasporto, alle reti della ricerca e dell’istruzione. A ogni isola sia garantito l’accesso allo sviluppo e il diritto alla mobilità”, ha sottolineato l’eurodeputato del Pd Renato Soru intervenendo oggi in plenaria.
In conclusione, l’Aula chiede di rafforzare il ruolo, e l’impatto, degli enti regionali e locali, al fine di gestire i fondi strutturali e gli investimenti europei per il periodo che va dal 2014 al 2020. Secondo Salvatore Cicu, di Forza Italia “occorre rivedere gli obiettivi strategici che la Commissione dedica ai territori insulari, predisponendo un impegno più forte rispetto al quadro strategico della futura programmazione. Si parta dunque dalla legislazione che c’è, esiste, e ci riconoscerebbe dei diritti importanti, che oggi restano ancora inapplicati”.
“Le Isole sono tra i territori con le maggiori debolezze. Le caratteristiche strutturali e naturali rappresentano, al contempo, la loro straordinaria ricchezza e la loro più grande debolezza. Oggi – ha sostenuto la parlamentare siciliana del Pd Michela Giuffrida – ho chiesto alla Commissione di prendere atto delle carenze che impediscono e ostacolano la crescita e lo sviluppo economico in questi territori. Perché qui la realtà amara: la mobilità nelle isole è ridotta, il carburante costa di più, i produttori hanno maggiori difficoltà ad esportare, i turisti ad arrivare. Questi svantaggi possono diventare risorse e volano di sviluppo solo se c’è una forte determinazione e volontà politica anche da parte della Commissione europea”.
L’obiettivo finale è dunque quello di istituire un “quadro europeo strategico per le isole” che preveda una serie di strumenti con un forte impatto territoriale regolamentato dall’ “Agenda per le isole europee” ed un libro bianco per monitorare lo sviluppo insulare.