Bruxelles – È in crescita, seppure moderata, l’economia europea. Troppo poco per poter esultare ma almeno le previsioni d’inverno della Commissione indicano prospettive generali positive. Nella zona euro la crescita dovrebbe raggiungere quest’anno l’1,7% rispetto all’1,6% dello scorso anno, per attestarsi all’1,9% nel 2017. Per l’Ue invece si prevede che la crescita economica rimanga stabile all’1,9% quest’anno, portandosi al 2,0% l’anno prossimo. “Dobbiamo però mantenere alta l’attenzione: la crescita moderata che caratterizza l’Europa si trova ad affrontare un numero crescente di ostacoli, dal rallentamento della crescita nei mercati emergenti, come la Cina, alla debolezza del commercio mondiale, oltre alle tensioni geopolitiche nel vicinato europeo”, ha avvertito il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.
Alcuni dei fattori che sostengono la crescita dovrebbero comunque risultare più forti e più duraturi di quanto previsto in precedenza. Ad esempio i bassi prezzi del petrolio, le condizioni di finanziamento favorevoli e il basso tasso di cambio dell’euro.
Nel 2015 la produzione economica di tutti gli Stati membri ha registrato un incremento o è rimasta stabile ed entro il 2017 si prevede un’espansione economica anche se con tassi di crescita del Pil che continueranno ad essere considerevolmente diversi tra gli Stati. I consumi privati rimarranno il principale motore della crescita, sostenuti da un miglioramento del mercato del lavoro e della crescita del reddito reale disponibile.
Dovrebbe proseguire la diminuzione dei tassi di disoccupazione, anche se a un ritmo più lento rispetto all’anno scorso. Questa riduzione dovrebbe essere, secondo Bruxelles, più marcata negli Stati membri che hanno riformato il mercato del lavoro. “La disoccupazione è in calo soprattutto nei Paesi che hanno riformato il mercato del lavoro come Spagna, Cipro, Irlanda e Portogallo che sono secondo me esempi da seguire”, ha dichiarato nel presentare le previsioni il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Il tasso di disoccupazione della zona euro dovrebbe passare dall’11% del 2015 al 10,5% del 2016, per attestarsi al 10,2% nel 2017. Nell’Ue la disoccupazione dovrebbe scendere dal 9,5% del 2015 al 9,0% di quest’anno, raggiungendo l’8,7% l’anno prossimo.
Il disavanzo pubblico aggregato della zona euro dovrebbe diminuire ulteriormente grazie a un’attività economica più forte e, in misura minore, a una diminuzione della spesa per interessi.
Secondo le previsioni, il disavanzo pubblico della zona euro nel 2015 dovrebbe essere diminuito, attestandosi al 2,2% del Pil (Ue 2,5%), e dovrebbe calare ulteriormente raggiungendo l’1,9% (in Ue 2,2%) quest’anno e l’1,6% (Ue 1,8%) nel 2017. Il rapporto debito/Pil della zona euro dovrebbe scendere dal picco del 94,5% del 2014 (Ue 88,6%) al 91,3% previsto per il 2017 (Ue 85,7%).