Bruxelles – Ci sono a livello mondiale “forze che concorrono per tenere bassa l’inflazione”. Mario Draghi denuncia da un convegno a Francoforte quasi un complotto per “rallentare il ritorno dell’inflazione ai nostri valori obiettivo”, cioè il 2 per cento, mentre da lungo tempo non riesce a superare lo 0,4/0,5 per cento e attestandosi spesso attorno allo zero. Oggi addirittura il bollettino della Bce ammonisce che l’inflazione possa tornare presto negativa, come nella prima parte dello scorso anno. Draghi però ridimensiona il rischio, dicendo che “non ci sono motivi che dovrebbero portare ad una inflazione permanentemente più bassa”.
Secondo il presidente della Bce “quello che conta è che le banche centrali agiscano nell’ambito dei loro mandati per attuarli. Nell’Area euro, questo può creare sfide diverse da quelle poste in altre giurisdizioni. Ma queste sfide possono essere mitigate. E non giustificano l’inazione”.
Draghi, confermando che a marzo la Bce rivedrà i propri interventi di politica monetaria ha rimarcato che “non ci possono essere dubbi sul fatto che, se decidessimo di adottare politiche ancora più accomodanti, il rischio di effetti collaterali non ci fermerebbe”. “Abbiamo sempre in mente la necessità di limitare le distorsioni causate dalle nostre politiche – ha spiegato il capo della Bce -. Ma la priorità è l’obiettivo di stabilità dei prezzi. E’ questo il significato del principio della dominanza monetaria che è iscritto nei trattati e che rende credibile la politica monetaria”.