Bruxelles – La comunità internazionale deve fare di più per il popolo siriano. A chiederlo sono varie organizzazioni non governative che hanno preso parte a Londra alla conferenza “Supporting Syria and the region”. L’incontro ha voluto mettere in evidenza la situazione drammatica del popolo siriano, e chiedere maggiore impegno ai governi nazionali sul tema. A rappresentare l’Italia vi era l’organizzazione non governativa Gvc (gruppo di volontariato civile), la quale ha affermato che nello scorso anno sono stati raccolti solo il 60% dei fondi necessari per fare fronte alla crisi umanitaria che sta avvenendo in Siria; la volontaria Erica Beuzer, appena tornata dal Paese ha raccontato: “La popolazione siriana è allo stremo, i tagli di energia nel Paese sono frequenti, ed è diventato difficilissimo reperire beni di prima necessità”.
Oltre al problema evidente che la Siria sta affrontando all’interno del suo territorio, esiste un ulteriore dramma che rappresenta la situazione dei rifugiati, Gvc ha dichiarato che 4,3 milioni di essi non hanno il permesso di residenza nei Paesi vicini. Dunque, a causa di restrizioni e limiti territoriali, i migranti scelgono via sempre più pericolose (spesso senza successo), esaurendo così tutti i risparmi e obbligando i bambini allo sfruttamento lavorativo, e le bambine a matrimoni precoci o, nel peggiore dei casi, allo sfruttamento sessuale.
Alla conferenza hanno partecipato anche diverse Ong che operano in Libia, dove un terzo della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Il Paese sta recentemente attuando politiche restrittive nei confronti dei rifugiati siriani, rendendo impossibile l’accesso ai servizi primari, e mettendoli in situazioni di totale illegalità all’interno del territorio libico, ecco i motivi per cui l’assistenza umanitaria in questo Paese è sempre più complicata.
In questa situazione, che sta peggiorando anno per anno, le Ong chiedono ai governi nazionali maggiore impegno, alla comunità internazionale di condannare fortemente gli attacchi contro i civili, ed infine maggiori fondi per l’aiuto umanitario, uniti alle opportunità di lavoro, e di educazione, per i siriani dentro e fuori dal Paese. In conclusione, l’obiettivo del “Supporting Syria and the region”, voluto fortemente anche dall’Onu, è quello di aumentare la protezione dei rifugiati, garantendo la registrazione legale della residenza nei Paesi ospitanti e la possibilità di muoversi in sicurezza dentro e fuori i Paesi della regione.