Bruxelles – Grazie al chiarimento della Commissione europea, che ha specificato che i contributi nazionali non saranno considerati nel conteggio del deficit ai fini del Patto si Stabilità, si sblocca la pratica dei 3 miliardi alla Turchia. Gli Stati membri hanno trovato un accordo sull’aiuto finanziario che verrà concesso ad Ankara per contribuire a sostenere le spese per l’accoglienza dei rifugiati provenienti dalla Siria. Un miliardo verrà dal bilancio comunitario, gli altri da quelli dei Paesi membri. Il piano era stato bloccato dall’Italia che non voleva che gli Stati dovessero mettere soldi di tasca propria. Ma Roma dopo settimane di tira e molla, e dopo aver ottenuto rassicurazioni sulla questione del deficit, alla fine ha smesso di opporre resistenza. Il nostro Paese sarà il quarto maggior contribuente, e dovrà mettere sul piatto 224,9 milioni di euro. Lo sforzo maggiore sarà sostenuto dalla Germania (427,5 milioni), seguita da Regno Unito (327,6) e Francia (309,2).
“Stiamo lavorando costantemente per arginare il flusso di migranti in arrivo verso l’Europa”, e “gli accordi tra l’Ue e la Turchia sono una parte vitale di questo sforzo”, ha dichiarato Mark Rutte, premier dell’Olanda, il Paese che detiene la presidenza semestrale dell’Unione. L’obiettivo, ha continuato Rutte, è “colpire trafficanti di esseri umani e lanciare progetti che contribuiranno a dare ai rifugiati nei campi profughi la speranza di un futuro migliore”.
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