Bruxelles – Riportiamo un estratto dell’intervento del capogruppo tedesco del PPE al Parlamento europeo Manfred Weber sullo status di economia di mercato alla Cina apparso sul Sole 24 Ore.
Nonostante la discussione sull’immigrazione, l’Europa ha anche un’altra priorità: creare posti di lavoro. Abbiamo bisogno di accordi commerciali, e in un mondo globalizzato vogliamo creare partnership di successo. Un accordo commerciale è sempre una chiave strategica per avere una maggiore crescita economica, e più posti di lavoro, ed offre benefici reciproci senza costi aggiuntivi.
L’Ue e la Cina sono due dei maggiori operatori commerciali del mondo. La Cina è il secondo partner commerciale dell’UE, dopo gli Stati Uniti, e l’Unione europea è il principale partner commerciale della Cina. Tra la Cina e l’Europa attualmente si registra un commercio di ben oltre 1 miliardo di euro al giorno.
La domanda cruciale è: possiamo concedere lo Status di Economia di Mercato (Mes) alla Cina 15 anni dopo la data di adesione alla Wto come è previsto dall’Organizzazione? Per l’UE la Cina non è una cosiddetta Economia di Mercato. Se concediamo alla Cina questo status, le misure antidumping che salvaguardano centinaia di migliaia di posti di lavoro di una vasta gamma di industrie europee strategiche, diventerebbero inefficaci di fronte alla concorrenza sleale della Cina.
Nel caso in cui concedessimo lo Status di Economia di Mercato alla Cina, significherebbe darle la possibilità di ridurre il margine di dumping del 30%, consentendole di ridurre ulteriormente i prezzi. La Cina, infatti, non è un’economia di mercato.
Penso che ci dovremmo impegnare in un ampio e franco dibattito con i cinesi (abbiamo anche bisogno di uno studio completo di valutazione di impatto), e l’Unione europea dovrebbe mantenere i suoi strumenti di difesa commerciale efficaci che prendono in considerazione la reale situazione del mercato in Cina.