Bruxelles – Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, alla fine ha preso carta e penna e ha confermato per iscritto, esplicitamente e direttamente al premier Matteo Renzi, che il contributo nazionale di ogni Stato membro al programma di assistenza finanziaria da tre miliardi di euro per la gestione dei profughi in Turchia non sarà preso in conto nel calcolo del deficit pubblico ai fini del rispetto del Patto di Stabilità Ue.
L’invio della lettera, che Askanews ha potuto visionare, dà uno status “politico” a una decisione che finora era stata mantenuta di basso profilo in un documento tecnico, forse per non suscitare le solite critiche dei paesi “rigoristi”, a partire dalla Germania. La quota dei tre miliardi per la Turchia che dovrebbe pagare l’Italia è di 281 milioni di euro.
La decisione dello scomputo dal deficit, ricorda Juncker nella lettera, era già stata indicata dalla Commissione come possibile, a certe condizioni, all’inizio di dicembre. Successivamente, la Commissione aveva fatto “un passo un più”, concordando con un “gentlemen agreement” al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo del 18 dicembre che in ogni caso contributi nazionali “non saranno presi in conto nel calcolo del deficit” del paese questione.
La decisione era stata confermata per iscritto in una nota a piè di pagina di un documento del Coreper (l’organismo tecnico dei rappresentanti permanenti degli Stati membri che prepara i Consigli Ue) lo stesso 18 dicembre, contenente i “termini di riferimento” per i contributi nazionali al programma di assistenza ai profughi (“facility”) per la Turchia, e preparato dalla presidenza di turno lussemburghese dell’Ue.
La nota (la numero 2) nel documento, che, sottolinea Juncker, era stata concordata con lo sherpa di Renzi, afferma testualmente: “La Commissione dichiara che i contributi nazionali alla ‘facility’ non saranno presi in conto per il calcolo del deficit di uno Stato membro nel quadro del Patto di Stabilità”.
“Sono lieto di confermare ancora una volta che la Commissione mantiene la sua dichiarazione”, afferma Juncker, con un’aggiunta a penna di due punti esclamativi alla fine della frase.
“Spero sinceramente – conclude il presidente della Commissione rivolto a Renzi – che ci aiuterai a rendere rapidamente operativa questa ‘facility’ di cui c’è tanto bisogno”.
Lorenzo Consoli per AskaNews