Bruxelles – La Commissione europea ha già fatto sentire al nuovo governo socialista in Portogallo il fiato sul collo. L’esecutivo comunitario ha inviato al ministro delle Finanze del Paese una lettera in cui gli fa notare che i tagli al bilancio non sono stati sufficienti e che se non si metteranno in regola le cose si potrebbe arrivare a una bocciatura. “Il documento programmatico di bilancio riflette che il disavanzo eccessivo non è stato corretto entro la scadenza del 2015, il che porterebbe portare la Commissione a raccomandare dei provvedimenti nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi”, si legge nella missiva. È il primo ostacolo europeo per il governo guidato da Antonio Costa, che ha l’appoggio esterno di comunisti e Verdi, e che è nato vista l’incapacità del centrodestra di Pedro Passos Coelho, il più votato alle elezioni dello scorso 4 ottobre, di formare una coalizione ce avesse la maggioranza dei voti del Parlamento.
Il bilancio del Portogallo era stato inviato a Bruxelles per i controlli di routine il 22 gennaio, molto in ritardo rispetto ai tempi normali, che prevedevano un invio ad ottobre. Ma allora c’erano le elezioni, seguite da una lunga gestazione per la formazione di un nuovo governo durata circa due mesi, che ha fatto saltare tutte le deadline. Secondo il testo inviato a Bruxelles il deficit dello scorso anno risultava al 4,2% del Pil, ben sopra del 3% prescritto dai trattati europei. Il Portogallo è anche nel braccio correttivo, cioè è sotto una procedura più dura per ridurre il debito del Paese. Nel suo programma di stabilità 2015 avrebbe dovuto ridurre il disavanzo nominale al 2,7% del Pil, e secondo quanto prescritto da Bruxelles la riduzione doveva essere progressiva fino ad arrivare allo 0,6% nel 2018.