Bruxelles – Violenze sessuali, ragazzine convinte a rapporti sessuali dietro il pagamento di pochi spiccioli. Sono pesantissimi i sospetti che pesano sui soldati della missione militare europea in Repubblica Centrafricana. A rivelarle l’alto commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Zeid Ra’ad Al Hussein, che si è detto “molto preoccupato” per le accuse che riguardano fatti avvenuti principalmente nel 2014 ma scoperti solo nelle ultime settimane. È la prima volta in assoluto che accuse di questo tipo colpiscono uomini di una missione militare Ue.
Diverse ragazzine hanno raccontato di avere subito abusi da soldati stranieri. Quattro, tutte tra i 14 e i 16 anni all’epoca dei fatti, hanno specificato che i loro aguzzini appartenevano alla missione militare dell’Ue (Eufor Rca). In particolare due sostengono di essere state violentate e altre due di essere state pagate per avere rapporti sessuali. Si parlerebbe in tutto, secondo fonti Ue, di una decina di uomini, dunque una “porzione molto piccola” di quelli appartenenti alla missione. Ancora da stabilire con certezza la nazionalità dei soldati coinvolti, ma tre delle ragazze si sono dette convinte che gli uomini appartenessero al contingente georgiano di Eufor. Casi di questo tipo sarebbero stati portati all’attenzione dell’Ue anche da Ong locali che circa cinque mesi fa si sono messe in contatto diretto con Bruxelles e con cui ora è in corso uno scambio di lettere. Su questi casi le informazioni sono ancora molto scarse e si sta tentando di fare chiarezza.
Il personale dell’Onu ha anche raccolto le testimonianze di due bambini, una femmina e un maschio tra i 7 e i 9 anni, che hanno raccontato di avere subito abusi dai soldati del contingente dell’operazione francese “Sangaris”. La bimba ha raccontato di avere compiuto atti sessuali in cambio di una bottiglia d’acqua e di un sacchetto di biscotti. Entrambi hanno aggiunto di avere visto altri bambini subire lo stesso trattamento da parte di soldati francesi. Tutti e sei gli episodi hanno avuto luogo nella zona del campo di M’Poko, nei pressi dell’aeroporto. Questi soldati, tengono a sottolineare fonti europee, “erano sotto il comando francese e non possono essere considerati sotto la responsabilità di Eufor”.
Sarebbero in corso indagini anche su uomoni degli contingente di un terzo Paese che però né le Nazioni Unite né l’Ue vogliono per il momento rendere noto visto che i casi sarebbero ancora meno circostanziati degli altri.
L’Alto Commissario ha sollevato il caso la scorsa settimana con le autorità europee, georgiane, francesi e quelle del terzo Paese in questione. “Queste accuse sono estremamente gravi ed è cruciale che siano oggetto di un’inchiesta approfondita e urgente”, ha sottolineato Al Hussein, dicendosi “incoraggiato” dalla rapida risposta di tutti i Paesi coinvolti. “Continueremo a seguire questi casi da vicino, così come tutti gli altri che potrebbero emergere”, assicura l’alto commissario. “Con sempre più casi che emergono coinvolgendo sempre più contingenti nazionali – sottolinea – appare chiaro che tutte le forze militari straniere devono condurre azioni molto più efficaci per impedire altri abusi e casi di sfruttamento, non solo in Repubblica Centrafricana”.
Di fronte alle pesanti accuse sulle forze della missione europea, Bruxelles assicura che “l’Ue prende molto sul serio le accuse” ed ha “immediatamente offerto assistenza” alle Nazioni Unite per fare chiarezza. “L’Ue – spiega il portavoce dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini – ha inviato un esperto a discutere le modalità di cooperazione in questi procedimenti” e sta “passando in rassegna ogni informazione pertinente a Eufor Rca che possa rivelarsi rilevante”. L’Unione europea “segue una politica di tolleranza zero riguardo ai reati sessuali o ad attività criminali”, assicura ancora il portavoce dell’Alto rappresentante, ricordando però che secondo le regole delle missioni Ue, la responsabilità per ogni investigazione rimane nelle mani dello Stato.
Per il momento dunque, spiegano fonti europee, l’Unione si limita a tenersi in contatto con gli Stati coinvolti e a supportarli offrendo possibili informazioni utili. L’Ue si è anche riproposta di porre più attenzione alla fase di preparazione e monitoraggio delle missioni. In queste settimane si sta lavorando ad un codice di condotta per le missioni civili e con l’occasione si è deciso di rinnovare anche il codice per le missioni militari che risale al 2005. Se si dovesse avere l’impressione che uno Stato contributore potenziale per le future missioni non è in grado di garantire degli standard minimi adeguati sul comportamento dei propri uomini “questo potrebbe avere effetti sui possibili contributi futuri, ma non abbiamo questa impressione”, specificano fonti Ue. In ogni caso, sono convinti a Bruxelles, i casi gravissimi come quelli di cui si parla “non dipendono dall’addestramento ma da situazioni individuali” e questo “non è comunque una scusa perché bisogna preparare i soldati anche a questo tipo di situazioni”.
Non si tratta delle prime accuse di abusi riguardanti l’azione di forze straniere in Repubblica Centrafricana. Già lo scorso anno, 14 militari dell’operazione francese Sangaris erano stati accusati di abusi sessuali sui minori e su di loro era stata aperta in Francia un’inchiesta. All’epoca si era sospettato che anche soldati della missione militare europea potessero essere coinvolti nelle violenze ma la denuncia dell’Alto commissario delle Nazioni Unite segna il primo vero coinvolgimento di militari della missione Ue nello scandalo. Nei mesi scorsi le accuse hanno coinvolto anche uomini di Minusca, la missione di mantenimento della pace dell’Onu, accusata anche di non avere condotto indagini adeguate sulle pesanti accuse all’indirizzo dei suoi uomini.