Roma – La lotta contro la clandestinità condotta sul piano penale è “inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa”. È stato il primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio, a decretare una bocciatura del reato di immigrazione clandestina. Nel suo intervento per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, Canzio ha precisato che “la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo, fino al più rigoroso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti”.
L’intervento ha dato il la al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per annunciare che l’esecutivo si impegnerà, “nel quadro di una ridefinizione delle regole che disciplinano il fenomeno migratorio, per il superamento del reato di immigrazione clandestina”. Già qualche settimana fa era trapelata l’intenzione del governo di abolire il reato introdotto dall’accoppiata Lega e Forza Italia. Sembra fosse già pronto un testo che poi è stato congelato per opportunità politica. Le resistenze del ministro degli Interni Angelino Alfano – al governo anche all’epoca dell’introduzione del reato, nel 2009 – e i sondaggi che suggeriscono cautela nell’affrontare la questione immigrazione con provvedimenti che possono essere avvertiti come aperture, hanno spinto Palazzo Chigi a lasciare il provvedimento nel cassetto. Adesso, con l’esortazione della Cassazione, si avrà probabilmente un’accelerazione per la depenalizzazione del reato.