Bruxelles – Che le cose in Italia vadano meglio è una “evidenza empirica e solida”, che mostra che “l’economia non solo è in ripresa e ma in una ripresa dal contenuto di occupazione più ricco e di migliore qualità”. Se ne è detto convinto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in audizione alla Commissione Lavoro del Parlamento europeo. Il ministro ha rivendicato che “è aumentata l’ intensità di lavoro e di contratti a tempo indeterminato, contratti quindi che danno un orizzonte temporale più lungo e quindi migliorano anche la fiducia dei lavoratori nel Paese”. Per Padoan “non è un caso”, ma “la conseguenza di una strategia del governo che ha voluto accompagnare uno sforzo importante in tema d riforma strutturale col cosiddetto Jobs act”, che ha cambiato “in misura radicale i rapporti contrattuali a favore di una immissione dei giovani nel mondo del lavoro, eliminando forme di dualismo e favorendo i contratti a tempo indeterminato piuttosto che determinato e di natura precaria”. La strategia di “coniugare misure strutturali con quelle di caratteri fiscale e incentivi all’assunzione a tempo indeterminato”, sta “cominciando a dar i suoi frutti”, il tutto “in un contesto in cui continua il consolidamento del bilancio pubblico”.
“A sentirla parlare ci sembra di venire da due realtà differenti”, ha attaccato durante il dibattito Laura Agea, del Movimento Cinque Stelle (Efdd), secondo cui “con il Jobs act non abbiamo creato lavoro a tempo indeterminato ma distrutto i diritti sociali, abbiamo raso al suolo non solo il lavoro ma anche i diritti sociali”.
Dello stesso tono la reazione di Eleonora Forenza, de L’Altra Europa con Tsipras (Gue), che ha definito il Jobs act “i compiti a casa assegnai dall’Europa e portati a termine”. A suo avviso il presidente del Consiglio Matteo Renzi “fa finta di litigare con Juncker ma attua politiche economiche di precarizzazione del lavoro e attua la definitiva cancellazione di ciò che resta dell’articolo 18”. “L’unica crescita che c’è”, conclude l’eurodeputata, “è quella dell’insicurezza, visto che anche grazie a Rezi il tempo indeterminato vero non esiste più”.