Bruxelles – La politica, si sa, è una questione di compromessi. E la lealtà dei singoli – siano essi parlamentari o gruppi politici – non è sempre scontata. Lo sanno bene i gruppi dell’Europarlamento che, oltre al “fisiologico” dissenso interno (che si manifesta soprattutto su alcune questioni), si trovano a fare i conti con rappresentanze politiche che provengono da (molti) Paesi diversi. Per tracciare un quadro che rispecchi la “realtà della lealtà” di partiti ed eurodeputati ai gruppi parlamentari di appartenenza, la Ong brussellese VoteWatch Europe ha raccolto i dati relativi alle votazioni alle plenarie e ne ha fatto una statistica-infografica.
Dai risultati – che, ci tiene a sottolineare l’associazione, non corrispondono ad alcun giudizio di merito – vien fuori una situazione variegata. Per i Socialisti e Democratici, ad esempio, è il Partito Socialista portoghese a dimostrare il grado più elevato di lealtà (con il 99,27% di allineamento) mentre il secondo posto se lo aggiudica il Partito Democratico italiano, con il 98%. In fondo alla classifica si trova il partito Socialista dei Lavoratori svedese, con l’88% dei deputati che si rispecchiano nella linea del gruppo di appartenenza. Gli svedesi risultano “ribelli” anche nel gruppo del Partito popolare europeo, dal momento che il partito nazionale dei Moderati raggiunge l’88,84% dei voti, mentre, al lato opposto della classifica, il romeno Partito Liberale nazionale si aggiudica il primo posto con il 98,92%. Per il gruppo dei Liberali e Democratici la medaglia d’oro della lealtà spetta al partito belga dei Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti (99,2%) mentre il meno allineato – anche in assoluto, secondo i dati disponibili – risulta il partito Popolare olandese per la Libertà e la Democrazia.
Se si guardano approfonditamente i dati, in realtà, si nota che il consenso all’interno dei gruppi è sempre piuttosto ampio, anche nei partiti politici che si dissociano maggiormente dalla linea proposta. Lo stesso non si può dire quando si prendono in esame i singoli europarlamentari. Se, ad esempio, nei Verdi europei lo scarto tra il deputato più leale (la tedesca Maria Heubuch della Fondazione dei Verdi, che ha manifestato il 99,44% di allineamento) e quello più ribelle (Ian Hudghton del Partito nazionale scozzese che raggiunge il 90,87%) è abbastanza lieve, lo stesso non avviene nel gruppo de Conservatori e riformisti dove si passa da un 96,22% di allineamento di Jussi Alla Aho (dei Veri finlandesi) ed un 94,48% di Raffaele Fitto dei Conservatori e riformisti italiani (terzo sul podio dei più inclini ad appoggiare il programma del partito) ad appena il 35% dell’indipendente Greco Notis Marias. Per quanto riguarda gli altri gruppi è da notare che l’Italia conquista di nuovo il podio con i Socialisti e democratici, con Gianni Pittella (Partito democratico) che risulta l’eurodeputato più fedele alla linea del suo gruppo (essendone anche il presidente) e mentre la svedese Soraya Post (Iniziativa femminista) è l’ultima ed è seguita a breve distanza da Elly Schlein (Possibile) con l’86,38%. Poco inclini ad appoggiare il gruppo di appartenenza invece risultano i deputati italiani del gruppo l’Europa della libertà e democrazia Piernicola Pedicini e Fabio Castaldo – entrambi Movimento 5 Stelle ed entrambi fermi al 46,7% del consenso, ma va detto nel loro variegato gruppo c’è la libertà di voto per i partiti nazionali su un gran numero di materie.