Bruxelles – “Non ci sono piani di escludere la Grecia da nulla, non abbiamo mai parlato né della sospensione di Schengen né dell’esclusione di un membro”. La Commissione europea tenta di rassicurare sulla tenuta dello spazio di libera circolazione europea e assicura che sul tavolo non c’è alcuna misura estrema. Eppure in Europa ormai impazza il dibattito sulla possibilità di tagliare Atene fuori dall’area di libera circolazione così da impedire che le migliaia di migranti che sbarcano sulle coste greche arrivino poi, attraverso la rotta dei Balcani, fino ai Paesi del nord Europa. Secondo le indiscrezioni del Fiancial Times il “drastico piano” sarebbe, concretamente, quello di aumentare massicciamente i controlli al confine greco-macedone così da spostare di fatto la frontiera europea dalla costa turca al confine settentrionale tra Grecia e Macedonia, lasciando lo stato ellenico da solo a sbrigarsela con le centinaia di migliaia di migranti in arrivo.
Secondo il quotidiano britannico, il tema sarebbe già stato discusso lo scorso mercoledì dai rappresentanti permanenti dei Ventotto, dopo una lettera inviata a Bruxelles dal premier sloveno, Miroslav Cerar. Una missiva per chiedere ai partner Ue di fornire una “assistenza diretta” alla Macedonia così da impedire ai “migranti irregolari di attraversare il confine greco-macedone”. Secondo Cerar, “tutti i Paesi Ue dovrebbero fornire la massima assistenza alle autorità macedoni nel controllare questo confine attraverso comandi di agenti di polizia, fornitura di attrezzature e altri mezzi adeguati”.
La proposta sembrerebbe non dispiacere a Jean Claude Juncker. I portavoce dell’esecutivo comunitario confermano che il presidente della Commissione europea ha risposto alla lettera e, secondo il Financial Times, Juncker scriverebbe: “Accolgo con favore il vostro suggerimento secondo cui tutti gli Stati membri Ue dovrebbero provvedere assistenza” alla Macedonia “per supportare i controlli sul confine con la Grecia attraverso il distacco di polizia e la fornitura di attrezzature”. Insomma un sostegno dichiarato al rafforzamento dei controlli per impedire l’uscita dei migranti dalla Grecia verso gli altri Stati europei.
L’idea piacerebbe anche all’Austria: “Se non riusciamo a rendere sicuro il confine esterno dell’Europa, cioè il confine greco-turco, il confine europeo si sposterà verso l’Europa centrale”, ha sottolineato il ministro dell’interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner al suo arrivo ad Amsterdam per la riunione informale dei ministri degli Interni. “È una leggenda – ha continuato – che il confine greco-turco non può essere protetto. La flotta greca ha abbastanza capacità per mettere in sicurezza questo confine, è una delle più grandi flotte in Europa”.
“Eserciteremo pressione sulla Grecia affinché faccia i suoi compiti”, ha chiarito anche il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere, al suo ingresso alla riunione. “Vogliamo mantenere Schengen, vogliamo soluzioni comuni europee – ha assicurato de Maiziere – ma il tempo stringe”.
Ma in via ufficiale la Commissione assicura che un’ipotesi di esclusione della Grecia dall’area Schengen non è sul tavolo: “Nulla del genere è stato proposto o discusso, quello che dobbiamo fare è gestire meglio i confini esterni, è ovvio che gli Stati di frontiera devono fare di più e siamo qui per aiutarli a fare il loro lavoro ma non penso che schengen sia a rischio, sottolinea il commissario europeo all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos. Quelle di cui si parla “sono possibilità che non esistono nel quadro delle regole attuali”, insite anche la portavoce dell’esecutivo Ue, Natasha Bertaud, secondo cui si sta discutendo soltanto dell’applicazione dell’articolo 26 del codice frontiere Schengen per consentire a Germania e Austria di estendere i controlli: “Salveremo Schengen applicando Schengen”, assicura.
“Noi siamo dell’idea che l’Europa debba rimanere ad assetto stabile, che non ci possano essere pezzetti di Europa dentro e pezzetti di Europa fuori perché sarebbe l’inizio dello sgretolamento”, commenta l’ipotesi il ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano, secondo cui L’Europa “è a un bivio decisivo”.