Bruxelles – Tutto sommato nessuna nuova preoccupazione da parte della Commissione europea per i conti italiani. Nel suo Rapporto triennale sulla sostenibilità dei conti pubblici i tecnici di Bruxelles scrivono che per l’Italia “complessivamente non sembrano esserci rischi a breve termine (entro quest’anno) di stress di bilancio”. E’ possibile però che l’Italia, con altri dieci paesi Ue tra i quali Francia e Regno Unito, abbia degli “alti rischi a medio termine” soprattutto a causa del suo debito pubblico.
Il debito pubblico rimarrà con ogni probabilità molto alto “rappresentando quindi una fonte importante di vulnerabilità per l’economia italiana. L’alto debito pubblico – spiega la Commissione – limita la capacità del paese di rispondere agli shock economici e lo lascia esposto a possibili aumenti dei rendimenti dei titoli sovrani, mentre lo spazio per la spesa pubblica produttiva è anche limitato dal notevole costo del servizio del debito (4,3% del PIL nel 2015). Un problema per l’Italia è che, sostengono i tecnici di Bruxelles, così come per la Francia “il rischio di sostenibilità a medio termine è diventato più impegnativo in termini di aggiustamenti necessari”.
Altra fonte di preoccupazione è il tema in discussione di questi giorni: “la quota di non performing loans (cioè i crediti in sofferenza) nel settore bancario potrebbe rappresentare una fonte importante di rischi di passività a breve termine”.
“Nessun rischio di sostenibilità appare nel lungo periodo, assumendo la piena attuazione delle riforme delle pensioni adottate in passato – conclude il capitolo sull’Italia – e alla condizione che mantenendo il saldo primario strutturale al previsto dai servizi della Commissione per il 2017 (2,5% del PIL) e al di là di quello stesso anno”.