Bruxelles – La Commissione europea presenterà, con tutta probabilità mercoledì prossimo, una proposta di regolamento per modificare e sottoporre a un controllo molto più stretto l’attuale quadro normativo sulle modalità di omologazione, da parte delle autorità nazionali, dei modelli di autoveicoli nell’Ue; la proposta mira a evitare che in futuro l’Esecutivo comunitario possa ritrovarsi nelle condizioni d’impotenza in cui è stata colta durante lo scandalo Volkswagen.
Secondo fonti della Commissione, la nuova proposta di regolamento, che è stata discussa ieri in una riunione speciale dei gabinetti dei commissari Ue, darebbe un controllo molto maggiore allo stesso Esecutivo comunitario sulle attività delle autorità nazionali di omologazione e sui servizi tecnici che effettuano i test; e questo, in particolare, per verificare il rispetto dei limiti posti dalla legislazione europea alle emissioni inquinanti di ossidi d’azoto (NOx) dagli autoveicoli.
Secondo il progetto, che potrebbe ancora subire modifiche prima di essere varato mercoledì, le autorità nazionali di omologazione saranno sottoposte a “peer review” e i servizi tecnici a cui sono affidati i test dovranno passare degli audit periodici.
Per evitare conflitti d’interesse e rafforzare l’indipendenza del sistema, sarà modificata l’attuale modalità di remunerazione dei servizi tecnici, che oggi sono pagati direttamente dalle imprese automobilistiche per effettuare i test di omologazione sui propri modelli.
La Commissione, inoltre, chiederà al Consiglio Ue e al Parlamento europeo un mandato che le conferisca poteri d’indagine e il diritto di sospendere, limitare o ritirare l’incarico agli organismi tecnici nazionali, o di imporre loro delle multe in caso di cattive “perfomance” (come nel caso Volkswagen, in cui non sono stati capaci di individuare il software che truccava i risultati dei testi sulle emissioni di NOx). La Commissione chiederà anche il potere di multare direttamente le case automobilistiche che non rispettano le condizioni di omologazione.
Un’altra innovazione di rilievo riguarda la possibilità, per l’Esecutivo comunitario, e l’obbligo per le autorità nazionali, di condurre dei test sulle auto dopo che hanno ottenuto l’omologazione, ovvero i veicoli che percorrono effettivamente le nostre strade, in un nuovo quadro di sorveglianza “post market”, per verificare che siano rispettati nelle condizioni reali i limiti alle emissioni.
Di conseguenza, sarà anche rafforzato il potere degli Stati membri, e della stessa Commissione, di adottare misure di salvaguardia e di ritirare eventualmente i veicoli dal mercato, quando i test dimostrino che non rispettano i limiti di emissioni e che vi sono rischi per l’ambiente e la salute umana. Gli Stati membri avranno l’obbligo di presentare dei rapporti sui risultati della loro azione per la sorveglianza sul mercato, e di renderli pubblici.
(Notizia tratta da Askanews)