Roma – L’Italia non è più disposta ad andare a Bruxelles “col cappello in mano”. Il nostro Paese, ha spiegato il presidente del Consiglio Matteo Renzi oggi in un’intervista radiofonica, “non deve essere considerato l’ultima ruota del carro”, e la sostituzione del Rappresentante permanente presso l’Ue, con il politico Carlo Calenda al posto del diplomatico Stefano Sannino, serve a ribadire questo concetto. E forse proprio per questo non appare particolarmente gradita nella Capitale europea.
“A Calenda ho chiesto di creare un team molto forte e di farsi sentire”, ha dichiarato l’inquilino di Palazzo Chigi. “Si è detto che il mio atteggiamento in Ue è sbagliato perché così parlano male di noi”, ha aggiunto, ma “se la smettiamo con l’atteggiamento di subalternità e cominciamo a dire che l’Italia ha energie e risorse fondamentali” per l’Europa, “il rispetto arriverà naturale”.
“La linea guida fondamentale del mio mandato in Europa è quella di portare il contributo dell’Italia al processo di costruzione di un’Unione, forte, coesa ed efficiente, capace di garantire gli interessi di cittadini e imprese in uno scenario internazionale dove i singoli Stati membri non hanno più, da soli, le dimensioni sufficienti per assicurare crescita, stabilità e sicurezza”, afferma Calenda in una nota diffusa oggi.
“Nell’ambito di questa prospettiva dovrò continuare a garantire che il confronto tra gli interessi dei singoli paesi membri non trascuri le nostre legittime priorità nazionali. Perché ciò si realizzi con sempre maggiore efficacia sarà necessario rafforzare il gioco di squadra tra tutte le amministrazioni per costruire in maniera solida le nostre posizioni prima di portarle sui tavoli europei”, continua l’attuale vice ministro allo Sviluppo economico, che prevede “di assumere formalmente l’incarico immediatamente dopo il Consiglio Europeo di Marzo”.
“Sono onorato per la nomina a rappresentante permanente italiano presso l’Ue – dice ancora Calenda -. Desidero ringraziare per la fiducia il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni. Lavorare nell’ambito del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, dopo aver operato per quasi tre anni con tanti capaci diplomatici italiani in più di trenta missioni internazionali, rappresenta per me una grande sfida professionale, che affronterò con determinazione ma anche con l’umiltà di chi è pienamente consapevole di avere molte cose da imparare. Conto per questo sul ricco patrimonio di conoscenze ed esperienze della Farnesina”.
Calenda informa poi di aver già “preso contatto con l’Ambasciatore Stefano Sannino, con cui ho lavorato a lungo sui temi del commercio in special modo durante il semestre di presidenza, e di cui ho avuto modo di apprezzare le straordinarie qualità umane e professionali”.