Bruxelles – L’Italia è tornata, più efficiente e stabile” ma “nel frattempo l’Europa si è dispersa in azione” e “tutti sappiamo che l’ortodossia politica e culturale che negli ultimi dieci anni ha monopolizzato il pensiero su come l’Europa dovrebbe essere governata non sta funzionando”. Mentre le acque con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, sembravano iniziare a calmarsi, Matteo Renzi torna a colpire. In un intervento in inglese scritto per il quitidiano Guardian, il presidente del Consiglio non risparmia le critiche a Bruxelles. Il premier elenca tutti i settori in cui le cose non stanno funzionando, a cominciare dall’immigrazione, con il regolamento di Dublino che “deve essere cambiato urgentemente se vogliamo salvare il progetto europeo”, per arrivare all’economia, settore in cui “la fissazione europea sull’austerità sta distruggendo l’Europa”. Ma Renzi torna anche a lamentarsi per il progetto del Nord Stream 2 sostenendo che “sull’energia ci sono doppi standard tra gli interessi della Germania e dei Paesi Bassi e quelli del resto dell’Ue” e sottolinea che “sugli investimenti c’è una grande accordo su parole e promesse, ma non molti cantieri”.
Insomma “adesso dobbiamo cambiare ritmo”, chiede Renzi, chiarendo che “l’Italia non smetterà di chiedere che la sua voce venga ascoltata. Per anni – dice – l’Europa ha prestato poca attenzione all’Italia a causa del comportamento di quelli che hanno governato il Paese”. Ma ora, avverte Renzi, “la musica è cambiata. La nuova generazione che guida l’Italia crede in un’Europa che non sia la somma dei vari interessi nazionali ma uno spazio di libertà, cultura e benessere. E questo è esattamente il motivo per cui dobbiamo cambiare passo immediatamente. Dobbiamo agire senza paura, con piani chiari e concreti, nella consapevolezza che se l’Europa fallisce il mondo sarà un posto più debole”.
Il premier assicura che “l’Italia crede ancora nel sogno europeo” ed “è proprio per questa ragione che non possiamo accettare il modo in cui è stata trasformata in un incubo dai populisti”. Ma occorre un cambiamento e “non lo chiediamo perché serve all’Italia ma perché serve all’Europa”, assicura Renzi. “Amiamo la visione dell’Europa dei padri fondatori – continua – ma dobbiamo costruire un’Europa anche per i loro figli, un’Europa che non badi solo a se stessa”.