Bruxelles – Scintille tra Londra e Mosca per l’inchiesta sul caso Litvinenko. Il risultato delle indagini messe in atto da un giudice britannico, che hanno dato come “probabili” colpevoli per la morte dell’ex agente del Kgb due suoi colleghi dei servizi segreti, ha portato David Cameron a dichiarare che la sentenza non fa altro che confermare sospetti che già aleggiavano nelle stanze del precedente governo laburista e cioè che “si tratta di un omicidio spaventoso commissionato da uno Stato”. “Ora Londra – ha continuato Cameron – irrigidirà la sua linea con Mosca”. Durissima è stata la risposta del Cremlino. “Ci saranno conseguenze nei rapporti fra Russia e Gran Bretagna”, ha affermato Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che ha aggiunto “Il caso è stato politicizzato”. L’esecutivo britnnico ha poi convocato l’ambasciatore russo a Londra per esprimere lo scontento ufficiale per la mancata cooperazione di Mosca sulle indagini.
Secondo il verdetto del giudice sir Robert Owen (un magistrato non ordinario che ha il dovere di indagare su ogni caso di morte sospetta nel Regno Unito a prescindere dalla sentenza della magistratura ordinaria) le prove a carico dei due ex agenti Andrej Lugovi e Dmitrij Kovtun sarebbero “schiaccianti”. Nello specifico, il giudice ha messo l’accento sul fatto che il polonio, il metallo utilizzato per avvelenare Litvinenko, è un un elemento radioattivo reperibile solo nelle centrali nucleari, a cui solo agenti governativi o militari avrebbero potuto aver accesso. Inoltre, sembra che le due ex-spie si fossero incontrate nella sala da tè di un hotel di Grosvenor Square, sala, ha spiegato il magistrato, che era piena di tracce di polonio. Secondo sir Owen, inoltre, un’azione simile avrebbe potuto essere ordinata solo dagli alti vertici della politica russa. Ed è qui che spunterebbe un possibile coinvolgimento di Putin. Per quanto riguarda invece il movente dell’omicidio, ha concluso il giudice, esso sarebbe da imputare alla collaborazione che Litvinenko, divenuto cittadino britannico e collaboratore dell’MI5 (il servizio segreto di Londra), potesse rivelare qualcosa di scomodo sui legami tra i dirigenti del Cremlino e la mafia russa. O, ancor di più per “mandare un segnale” ad altri esuli e dissidenti russi.