Bruxelles – La questione Brexit sta bloccando l’agenda della Commissione europea in materia di occupazione. Le trattative condotte da David Cameron per ottenere una riforma dei trattati e provare ad evitare l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea impediscono all’esecutivo comunitario di presentare il suo piano sulla mobilità dei lavoratori, piano che è pronto ma che al momento resta a prendere la polvere tra gli scaffali del Berlaymont. Ad ammetterlo, definendo la cosa “spiacevole”, è stata la stessa commissaria al Lavoro, Marianne Thyssen, presentando il rapporto sull’occupazione e gli sviluppi sociali del 2015. “Abbiamo lavorato tutto l’anno per preparare bene il pacchetto e ne ho parlato personalmente in tutti gli incontri bilaterali con i ministri del Lavoro di tutti Stati membri, con i deputati e i partner sociali”, perché si tratta di una questione “talmente importante”. Eppure, riferisce la commissaia, anche se “il pacchetto è stato preparato e siamo pronti a presentarlo”, questo non vedrà la luce, almeno per il momento. “Non dobbiamo negare la verità, la realtà”, ha continuato Thyssen, e cioè che “una delle questioni messe sul tavolo dal premier britannico è una interferenza al pacchetto mobilità, perché si parla dell’accesso ai benefici sociali del Paese di accoglienza”.
Tra le condizioni poste dal primo ministro britannico David Cameron per evitare la Brexit c’è il divieto di accesso ai benefici sociali del sistema di welfare britannico per chi risiede e contribuisce nel Paese da meno di quattro anni. Idea in contrasto con la proposta di legge per la mobilità dei lavoratori allo studio della Commissione europea.
“Spero di poter presentare il pacchetto in primavera”, si è augurata Thyssen, ma questo “dipende dal contenuto dell’accordo e se ci sarà un accordo”, si dovrà quindi aspettare il summit di febbraio, che sarà dedicato alla questione. “Spero che potremo lanciarlo sotto la presidenza olandese, tutti sono pronti a lanciarlo”, ha concluso Thyssen.