Roma – Lo scontro tra Roma e Bruxelles non sembra spegnersi. In un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, stamattina, il presidente del Consiglio Matteo Renzi è tornato all’attacco prendendosela con chi, “impaurito da questo nuovo protagonismo italiano, preferirebbe averci più deboli e marginali”. Il premier non nomina esplicitamente Jean Claude Juncker, ma è chiaro il riferimento al presidente dell’esecutivo comunitario – che lo ha attaccato nei giorni scorsi – e a tutti coloro ai quali non va giù l’irrigidimento di Palazzo Chigi nei confronti dell’Ue, incluso il capogruppo del Ppe a Strasburgo, il tedesco Manfred Weber. “Se ne facciano una ragione – tuona Renzi –, l’Italia è tornata, più solida e ambiziosa”.
Nel frattempo, in Italia, le tensioni tra il capo dell’esecutivo e la Commissione europea danno modo alle opposizioni di attaccare il premier. Per Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, “nelle sprezzanti parole di Juncker e nei rumors” usciti da Palazzo Berlaymont sull’assenza di interlocutori nel nostro Paese, “si riflette la considerazione scarsissima o nulla che Renzi riscuote in tutte le cancellerie occidentali, dove ci si esprime con una formula perentoria: unfit to lead, inadatto a governare”.
Non è un caso che Brunetta usi la stessa espressione con cui in passato l’Economist aveva definito Silvio Berlusconi. Lo scontro in atto tra Roma e Bruxelles, secondo il capogruppo azzurro, indica che “gli stessi poteri forti che hanno perpetrato il golpe per esautorare Berlusconi nel novembre del 2011” adesso hanno “scaricato rumorosamente” Renzi.
Anche sul versante opposto dell’Emiciclo di Montecitorio le tensioni tra Italia e Unione europea sono una occasione per attaccare il premier. È il capogruppo di Sinistra italiana, Arturo Scotto, a sostenere che “la discussione di questi giorni tra Juncker e Renzi apparirebbe patetica, se non riguardasse la pelle dei cittadini”. Per Scotto, “se il tema è l’alternativa alle politiche di Bruxelles, serve la patrimoniale e serve il reddito minimo”, non con “le piccole mance del governo” inserite nella Legge di stabilità. In ogni caso, sottolinea ancora il deputato, la discussione “deve avvenire alla luce del sole”. Per questo il gruppo di Sinistra italiana ha “già chiesto al governo di riferire in Parlamento sui rapporti con la Commissione” europea, annuncia il deputato. Per Renzi potrebbe essere un’occasione per distendere i rapporti con Juncker, ma non è detto che la colga e, anzi, potrebbe anche gettare ulteriore benzina sul fuoco.