Roma – “I Trattati dell’Unione europea vanno cambiati, non c’è dubbio”. Per una volta anche il Movimento 5 stelle dà ragione al governo, ma il capogruppo M5s in commissione Politiche Ue di Montecitorio, Sergio Battelli, frena subito gli entusiasmi precisando che la condivisione riguarda solo il principio di voler modificare le regole comuni. Su come farlo è tutto un altro discorso.
Il sottosegretario Gozi ha annunciato l’impegno del governo per una modifica dei Trattati europei entro il 2017. È un’opportunità per il Movimento 5 stelle?
Il Movimento è d’accordo sulla necessità di una revisione dei Trattati, vanno rimodulati. Gozi parlava di due cerchi concentrici (con due differenti livelli di integrazione e condivisione di sovranità, ndr). Noi, già alle elezioni europee, avevamo presentato la nostra idea di un euro a due velocità. La nostra visione, quindi, non va esattamente nella direzione indicata dal governo, ma che sia necessaria una revisione dei pilastri dell’Europa è evidente. Il fatto che sia in discussione Schengen – che noi consideriamo uno dei pilastri dell’Europa, senza il quale crollerebbe tutta l’impalcatura – dimostra come sia necessario intervenire sulla struttura europea. Bisogna trasformarla in ciò per cui è nata: non un’Europa delle banche ma un’Europa dei cittadini. Il Movimento non è contrario all’Europa, siamo contro questo modello di Europa che di fatto non funziona. Siamo contro i trattati che soffocano le economie.
Può spiegare meglio la proposta dell’euro a due volocità?
La nostra proposta parte dall’idea che in questa moneta non riusciamo a starci dentro, perché ci sono Paesi troppo forti rispetto alle nostre economie, quelli nordici. Poi ce ne sono altri invece più simili, come la Francia, la Spagna, la Grecia quando ancora non era commissariata dalla Troika. Su queste basi si può creare un’Europa con due monete uguali ma con un potere diverso, perché noi non riusciamo a stare dietro ai modelli economici nord europei.
Di fatto si creerebbero 3 Europe, perché continuerebbe a esserci chi, come i britannici, non ci pensa nemmeno ad abbandonare la propria divisa monetaria.
Il problema, e forse anche Gozi lo ha capito, è che un’Europa di 28 Paesi è troppo grossa. Lui propone un cerchio più ampio e meno vincolante, e poi all’interno una sorta di zoccolo duro dell’Europa, mi verrebbe da dire un’Europa talebana, integralista, che rispetta ogni parametro di ogni trattato ma dentro la quale l’Italia non riesce a stare, perché ci sono regole che ci stanno strozzando. Abbiamo vincoli, come il Fiscal compact, che ci impediscono di investire nel nostro Paese.
Neppure al presidente del Consiglio piace il Fiscal compact, però sostiene che le regole di bilancio europee si possono rispettare, a patto che sia garantita la flessibilità prevista. Sbaglia?
Lui rispetta le regole, di fatto, portando avanti l’austerità che dice di voler combattere. Fa il Jobs act che è un’imposizione arrivata dall’Europa, come le altre riforme che ci chiede l’Ue. Se per rispettare le regole devi smembrare lo Stato sociale, io non ci sto. Renzi vuole rispettare le regole perché di fatto è stato messo dov’è dall’Europa. Le riforme che sta facendo lui servono a rimanere in questo sistema che non può reggere.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha lanciato la proposta di un reddito di cittadinanza dell’Ue da finanziare con una tassa europea, ad esempio una Carbon tax. La appoggereste?
È una proposta importante. Finalmente anche Boldrini si è resa conto che il reddito di cittadinanza è utile. Peccato che secondo Renzi sia invece incostituzionale. Per noi è una delle misure più urgenti da realizzare in Italia e, del resto, siamo quasi gli unici in Europa a non avere una simile forma di sostegno. Ben venga che si parli di un reddito di cittadinanza europeo, ma prima di dire se l’appoggiamo bisogna vedere la proposta concreta. Quando e se verrà presentata, il Movimento la valuterà e si impegnerà perché si scriva un buon provvedimento. Non è vero che siamo contro l’Europa a tutti i costi. Su questo siamo prontissimi a dare il nostro contributo. Certo, vorrei vedere soprattutto se si riuscirà veramente a creare la Carbon tax, con tutti i partiti come il Pd che sono molto sensibili all’influenza delle lobby, e quella contro la Carbon tax è molto forte. In ogni caso, visto che a livello europeo non c’è ancora una proposta formale, nel frattempo si potrebbe introdurre il reddito di cittadinanza in Italia, dove invece c’è già una proposta di legge che noi abbiamo presentato al Senato ma che viene ostacolata in tutti i modi dalla maggioranza.