Bruxelles – Le autorità francesi hanno compiuto accertamenti presso gli stabilimenti del costruttore di auto Renault, scoprendo che i motori diesel, in particolare, sembra, quelli di cilindrata 1.600 cc, superano i limiti di emissione previsti. Non sembra, però che siano stati scoperti, come nel caso Volkswagen, software che alterino le rilevazioni sui gas di scarico.
Ieri in Borsa il titolo del gruppo automobilistico è andato a picco per poi recuperare nel finale, trainando al ribasso diverse altri gruppi sul timore che vi fosse un allargamento dello scandalo che lo scorso settembre era esploso su Volkswagen. Con un comunicato Renault afferma che gli accertamenti in sede si inquadrano nelle analisi richieste dal ministero dell’Ambiente della Francia a seguito della vicenda Vw. Parallelamente il groppo Psa Peugeot Citroen ha puntualizzato di non aver subito perquisizioni. Aggiungendo a sua volta che le recenti analisi richieste dal ministero francese, non hanno evidenziato alcuna alterazione sulle emissioni dei suoi veicoli.
Il ministro francese dell’Ambiente Segolène Royal, i propulsori Renault (società della quale lo stato francese possiede il 15 per cento) e di due produttori non francesi supererebbero i limiti di CO2 e diossido di azoto, ma non esistono software che trucchino le rilevazioni.