Bruxelles – La Banca europea per gli investimenti (Bei), il più grande istituto finanziario multilaterale al mondo, ha annunciato il suo record di prestiti avvenuto nel 2015. In totale sono stati investiti 84,5 miliardi solo nell’ultimo anno. L’anno scorso il gruppo Bei, che comprende anche il Fei (Fondo europeo per gli investimenti), ha rilasciato 7,5 miliardi di euro per i nuovi finanziamenti sostenuti dal Piano Junker, approvati quindi dal bilancio Ue. Tali finanziamenti hanno supportato un valore totale di investimenti pari a oltre 50 miliardi di euro, ovvero circa il 16% dell’obiettivo finale (di 315 miliardi).
Nello specifico, Il piano Juncker, si fonda su 3 pilastri essenziali: Il primo è chiamato “Advisory Hub”, ed ha lo scopo di consigliare i tecnici in materia di strutturazione di progetti d’infrastruttura, al fine di renderli più accessibili alle banche, e quindi finanziabili dalla Bei. Il secondo pilastro è detto “Infrastructure and Innovation”, rivolto sia al finanziamento di questi progetti, sia alle iniziative d’investimento promosse dalle società più innovanti. Ultimo, ma non meno importante, è il pilastro dedicato e rivolto al Fei.
“L’Europa ha bisogno di investire nell’innovazione, ed è proprio quello che il gruppo Bei sta tentando di fare”, ha dichiarato Werner Hoyer, Presidente della Bei. “Oltre a raggiungere obiettivi e traguardi con anticipo sulla tabella di marcia, la Bei ha avviato investimenti anche nel piano Junker – ha sottolineato in una conferenza stampa a Bruxelles il presidente dell’Istituto – , prima ancora che il Fei venisse istituito. Ci siamo mossi rapidamente e abbiamo mobilitato oltre 50 miliardi di euro di nuovi investimenti a partire da aprile. A settembre abbiamo anche lanciato la consulenza per gli investimenti Hub, un pilastro molto importante a livello europeo, essi infatti aiutano vari progetti ad attivare finanziamenti da ogni fonte disponibile”. Ora l’Europa ha bisogno anche di rendere la sua normativa più favorevole agli investimenti, “attraverso l’eliminazione degli ostacoli normativi e il completamento del mercato interno. Questo elemento è centrale nel piano Junker, ed infatti non può avere successo senza di esso”, ha concluso Hoyer.
Nel 2015 la Banca europea per gli investimenti ha raggiunto diversi record in più campi, quali: il sostegno all’innovazione, che ha ricevuto un totale di 18,7 miliardi di euro per i nuovi prestiti, l’accesso ai finanziamenti, da parte delle piccole medie imprese, il quale raggiunto i 29,2 miliardi in cessioni temporanee (attraverso le banche partner locali e il grande impegno da parte del Fei), infine il sostegno di 19 miliardi alle infrastrutture strategiche, che ha sostenuto la costruzione di nuovi ospedali, scuole, università, potenziando anche porti, strade e ferrovie.
Ciò ha quindi incluso i primi programmi di investimento per fornire assistenza agli Stati membri dell’Ue che si occupano di emergenze legate all’arrivo di rifugiati. La Bei ha anche una buona posizionata per il supporto, e il miglioramento, delle condizioni di vita dei rifugiati nei loro paesi di origine, ma anche al momento della loro entrata nell’Ue. La banca infatti opera senza alcun limite geografico, ma naturalmente i prestiti si concentrano sui paesi in cui sono più necessari gli investimenti mirati. Di conseguenza, gli interventi della banca in alcuni dei paesi più vulnerabili dell’UE, come Cipro, Slovenia, Portogallo, Ungheria, Polonia e Grecia corrispondono al 9% del PIL, e nel 2015 i suoi prestiti hanno superato i 1.700 euro pro capite in Slovenia, Slovacchia, Grecia e Lettonia.
Un altro settore che la Bei ha tutelato, e di cui è la principale fornitrice multilaterale al mondo, riguarda il clima. Sempre nello scorso anno, il 26,5% dei finanziamenti totali della banca sono stati utilizzati per progetti d’azione sui cambiamenti climatici. Questo significa che gli investimenti ammontano a 20,6 miliardi di euro, e tra di essi: 10,1 miliardi di euro sono stati stanziati per i trasporti eco sostenibili, 3,4 per le energie rinnovabili, 1,6 per le innovazioni, la ricerca e lo sviluppo riguardanti il clima, e quasi 1 miliardo per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
“Il cambiamento climatico è la principale sfida globale del nostro tempo. Nei prossimi cinque anni garantiremo 100 miliardi di euro rivolti a azione climatiche in tutto il mondo”, ha aggiunto Hoyer. Fondamentalmente la Bei lavorerà con altre banche multilaterali, per sviluppare capitali privati e investimenti che faranno la differenza sul cambiamento climatico al quale ci stiamo adattando. “Tutti i nostri paesi si sono impegnati a raggiungere obiettivi ambiziosi di sviluppo sostenibile, ma gli investimenti pubblici da soli non saranno sufficienti. Dobbiamo fare tutti del nostro meglio se vogliamo tutelare il bene del pianeta”, ha sottolineato Hoyer.
Complessivamente, la Bei nel 2015 ha fornito 7,8 miliardi di euro di finanziamenti a paesi extra europei. L’allargamento dell’Ue, e dei paesi Efta, ha rappresentato il motivo dei maggiori benefici verso zone esterne all’Europa, e i dati parlano chiaro: il Vicino Oriente ha ricevuto 1,5 miliardo, i paesi del Mediterraneo 1,4, 1,1 miliardo è stato stanziati per l’Asia, l’Asia centrale e l’America Latina, e infine 1.1 miliardo supplementare per Africa, Caraibi e regioni del Pacifico prossime alle Repubblica del Sud Africa.
Tutti gli obiettivi “sono dunque stati raggiunti in pieno, con nove mesi di anticipo, garantendo 180 miliardi di euro per attività di prestito supplementari, richiesti dai capi di governo Europei per il periodo 2013-2015, sostenendo un aumento di capitale pari a 10 miliardi di euro”, tiene a sottolineare l’Istituto.