Bruxelles – La Fra (Agenzia europea per i diritti fondamentali) ha presentato oggi un rapporto in difesa delle donne, dove viene espressa la necessità di campagne per combattere la violenza contro donne. La soluzione che si propone è coinvolgere gli uomini in questa battaglia, gli Stati membri dell’Ue dovrebbero poi ratificare la “Convenzione di Istanbul”, riguardante la prevenzione e la lotta alla violenza domestica. Inoltre, la polizia, gli operatori sanitari, i datori di lavoro e i servizi di assistenza alle vittime specializzati, andrebbero ben addestrati e dotati di risorse necessarie per assistere i bersagli delle aggressioni. Infine Internet ed i social media devono assistere in modo proattivo le vittime di cyber-molestie, utilizzandoli per segnalare abusi, migliorando così la raccolta di dati sulle violenze negli Stati membri dell’UE.
“L’abuso che ha avuto luogo a Colonia, e altrove, nella notte di Capodanno è stato terribile, è un grave abuso! Non esiste alcuna gerarchia per tra i diritti fondamentali: il rispetto deve essere chiaro e trasparente per tutti”, ha dichiarato Michael O’Flaherty, il direttore della Fra, che ha poi continuato sostenendo che “la ricerca da noi effettuata dimostra chiaramente che la maggior parte degli autori di violenze contro le donne fanno parte del nucleo familiare, oppure sono amici e conoscenti della vittima. Gli eventi del mese scorso però non devono essere utilizzati come pretesto per incitare i pregiudizi contro gli immigrati, o contro qualsiasi altro gruppo”.
Il rapporto a cui fa riferimento il direttore della Fra si basa su un sondaggio rappresentativo di 42.000 donne in tutta l’Ue, ed ha dimostrato come le donne sono a rischio di violenza di genere in tutti gli ambiti della vita, così a casa come al lavoro, pubblicamente o su internet. Allo stesso tempo, la maggior parte degli attacchi sono perpetrati da persone note alla vittima, è risaputo che un alto numero di donne che hanno subito violenza, esattamente il 22%, sono state vittime del partner. Invece, per quelle che sono state fisicamente vittime di abusi sessuali, da parte di qualcuno che non sia un compagno, il 30% ha identificato un membro della famiglia come il colpevole, il 22% un amico o un conoscente, ed il restante 22% qualcun altro pur sempre noto alla vittima. Sempre secondo la ricerca, sul totale solo un 30% delle vittime dichiara di aver ricevuto molestie da un estraneo.
A seguito della pubblicazione dei risultati, la Fra si è attivata per cercare un dialogo con le istituzioni europee, i governi nazionali, gli organismi internazionali e le organizzazioni non governative. I risultati chiariscono che un azione è ormai necessaria, e deve scaturire da una grande varietà di gruppi, dai responsabili politici, ai professionisti della salute, passando per gli Internet Provider che possono tracciare i molestatori online.