Roma – Il raggiungimento di accordi bilaterali tra Germania e Russia sul gas “è un fatto gravissimo” per l’Ue. È il giudizio dell’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi. In una intervista rilasciata a Giovanni Minoli per Radio24. Per il Professore il progetto per il raddoppio del gasdotto Nord Stream, che collega i due Paesi attraverso il mar Baltico, “pregiudica, cambia il futuro” energetico dell’Europa, “perché tutta l’energia arriverà dalla Russia attraverso la Germania”. Una condizione che aumenterebbe lo strapotere tedesco rispetto agli altri partner dell’Unione.
Prodi denuncia la supremazia di Berlino: “Nei Consigli europei detta la regola, nella Commissione ha il capo di gabinetto che è onnipotente e si va via tranquilli”. Tuttavia, avverte, “questa non è leadership”, perché esercitare la “leadership vuol dire rendersi conto dei problemi di tutti”. Invece, a suo avviso, la Germania mostra di perseguire i propri interessi nazionali anche cadendo in contraddizioni. Infatti, sottolinea l’ex presidente del Consiglio, da un lato il governo tedesco “è il più severo sulle sanzioni” contro il Cremlino e “non vuol saperne di attenuarle”, ma dall’altro “fa con la Russia il più grande accordo economico che ci sia”.
Il professore lancia poi un invito a distendere i rapporti tra Bruxelles e Mosca. L’obiettivo “deve essere un’Europa in accordo con la Russia”, indica. Serve una maggiore “unità” di intenti, ma senza spingersi troppo oltre, perché “la Russia membro dell’Unione è impensabile”. Sarebbe obbligatoriamente un soggetto con “due Capitali – ammonisce – perché la Russia guarda anche all’Asia” e “ha una dimensione enorme”. Quindi, chiosa il professore, “il nostro destino deve essere un accordo con la Russia, ma non certo un discorso di unione con la Russia”.