Bruxelles – La Tunisia voterà quest’anno, le elezioni amministrative non verranno rinviate. E’ l’impegno politico che il Parlamento europeo ha ottenuto dal primo ministro tunisino Habib Essid in occasione delle visita ufficiale della commissione Affari esteri a Tunisi nella prima settimana di lavoro del nuovo anno. Missione esterna condotta da sette europarlamentari espressione di quattro gruppi (Ppe, S&D, Ecr ed Efdd), decisi a sostenere il Paese nordafricano. Per Brando Benifei (S&D), componente della delegazione in Tunisia, elementi incoraggianti ci sono. “Il Parlamento sta acquisendo più forza, e la mia impressione è che c’è voglia di costruire una democrazia vera”. Il messaggio più importante è l’impegno a garantire elezioni libere e democratiche a ottobre. Benifei sottolinea che “di fronte a rumours di rinvio di elezioni il primo ministro ci ha confermato che le amministrative si faranno quest’anno”.
Per Benifei e gli europarlamentari inviati con lui a Tunisi bisogna investire nella Tunisia, economicamente e politicamente. La Tunisia “è una storia di successo” della primavera araba, “un modello democratico che resiste”, un Paese dove c’è “un Islam politico che ha accettato la sfida democratica”. Risulta dunque “strategico” avere un partner stabile e affidabile in un bacino del Mediterraneo contraddistinto da instabilità politiche. Il Parlamento europeo è pronto a raccogliere la sfida e “sicuramente” sarà osservatore quando ci saranno le elezioni, ma non resterà a guardare. Bisogna far sì che il Paese resti stabile, considerando – ricorda Benifei – che “la preoccupazione principale a Tunisi non è il terrorismo, ma la crisi economica”, scenario da scongiurare se si vogliono evitare rischi di nostalgie per il vecchio regime.
E’ dunque “fondamentale sostenere con ogni sforzo la Tunisia in una fase di crisi economica e di delicata transizione democratica, incoraggiandone le riforme e aumentando scambi e contatti con questo Paese strategico per l’Italia e per l’Europa”. Lo sa bene la Commissione europea, che già aveva proposto di aumentare la quota di olio tunisino importabile nell’Ue di ulteriori 35mila tonnellate all’anno nel 2016 e nel 2017. Il Parlamento non sconfessa l’esecutivo comunitario, però – rileva il deputato europeo del Pd – oscilla tra due posizioni: difendere gli interessi interni e ragionare in termini geo-politici. L’impressione è che alla fine si arriverà a un compromesso. Sul sostegno all’economia non ci si tirerà indietro, questo il messaggio portato a Tunisi dagli europarlamentari in visita. Fondi per la Politica di vicinato, strumenti per la stabilizzazione democratica sono alcuni degli strumenti messi sul piatto. La delegazione in visita ha promesso di lavorare per la conclusione dell’accordo di libero scambio Ue-Tunisia, e su richiesta tunisina è stato avviato il ragionamento per l’apertura di canali di immigrazione speciale per consentire ai tunisini formazione in Europa e rientro in patria con nuove conoscenze e competenze da portare nel tessuto economico nazionale.
Intanto l’Europa tesse la rete istituzionale. Il 18 febbraio a Bruxelles si terrà la prima riunione formale della Commissione mista interparlamentare Ue-Tunisia (con l’intento di tenerne due l’anno e l’obiettivo di accrescere la cooperazione il dialogo inter-parlamentare), a testimonianza del nuovo corso che le due parti hanno voluto imprimere alla relazione bilaterali. Sarà anche l’occasione per il nuovo parlamento tunisino di sollevare al Parlamento europeo tutto le questioni di breve e medio termine poste nella visita di inizio anno a Tunisi. Ai deputati europei, rileva Benifei, è stato chiesto sostegno per gli investimenti, aiuti nel rafforzamento delle forze di polizia e di controllo delle frontiere, soprattutto con la Libia. La possibile minaccia per la sicurezza tunisina, oggi, è rappresentata dalle incognite libiche.