Bruxelles – “Accuse ingiustificate e conclusioni scorrette” mosse da un commissario “con convinzioni di sinistra” per “esercitare pressione su un Parlamento e un governo” di destra “democraticamente eletti”. È durissima la reazione di Varsavia alla lettera inviata alcuni giorni fa dal vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, per chiedere conto degli interventi del nuovo governo polacco sulla Corte Costituzionale. Ben lontano dall’idea di difendersi, il ministro della giustizia, Zbigniew Ziobro, attacca invece Timmermans a spada tratta: “Sono rimasto esterrefatto nel leggere la lettera che mi ha gentilmente inviato”, scrive nella missiva giunta questa notte a Bruxelles. Il testo, secondo Varsavia, mostra infatti “una mancanza di conoscenza degli sviluppi fattuali relativi alla Corte costituzionale”. Informazioni che Timmermans “avrebbe potuto ottenere da me usando i contatti di routine”, ricorda il ministro polacco concludendo: “Deploro che abbia deciso di non farlo”. La Polonia “è uno Stato sovrano e democratico”, tiene a precisare Ziobro, chiedendo a Timmermans di “esercitare in futuro maggiore cautela nel dare istruzioni e ammonire” il Paese, nonostante “le differenze ideologiche che possono esistere tra noi, visto che lei ha convinzioni di sinistra”.
Nonostante il disappunto, il ministro polacco entra poi nel merito della questione ed elenca aspetti della vicenda che a suo parere la Commissione europea non conosce o non ha preso nella giusta considerazione. A partire dal fatto che “la stabilità e il buon funzionamento della Corte costituzionale sono stati guastati in modo drastico la scorsa estate” dal precedente governo che “siccome stava perdendo terreno politico, ha approvato una risoluzione per rimpiazzare un terzo della composizione della Corte” prima della fine del proprio mandato così da “assicurare che 14 dei 15 giudici fossero nominati dai partiti allora al governo”. Insomma “la coalizione di governo allora contravvenne al principio del pluralismo delle corti costituzionali che è fondamentale per gli Stati democratici”, scrive il membro dell’esecutivo di Varsavia, e privò il nuovo Parlamento democraticamente eletto del suo diritto. Una mossa “disgraziata” e “senza precedenti” che “non è riuscita ad attirare la vostra attenzione all’epoca ma è stata fortemente contestata dalle opposizioni”.
Il nuovo parlamento, continua Varsavia, ha nominato “solo cinque dei 15 membri attuali della Corte costituzionale”, componenti che sono stati “eletti al posto dei cinque giudici” nominati secondo la legge del vecchio governo che è “in parte incostituzionale”, come è stato confermato dalla stessa Corte Costituzionale, ricorda il ministro. Insomma “Diritto e Giustizia, che è il primo partito politico nella storia polacca a guadagnare una maggioranza alle elezioni parlamentari e quindi gode di un mandato democratico indiscusso ha agito per rimediare e reinstaurare il pluralismo alla Corte Costituzionale”, garantisce Ziobro. Nel fare questo, sostiene, “la maggioranza parlamentare non ha assicurato per se stessa alcun vantaggio e nemmeno un equilibrio politico nella composizione della Corte visto che la maggioranza dei giudici è stata eletta dalla coalizione precedente”.
Con questa lettera del ministro della giustizia, sono arrivate a Bruxelles entrambe le risposte ai rilievi mossi dalla Commissione europea: all’altra, quella sulla libertà dei media, Varsavia aveva già risposto lo scorso 7 gennaio. In base anche a questi elementi domani il collegio dei commissari affronterà un primo “dibattito orientativo” sulla questione Polonia.