Bruxelles – Il governo di Damasco ha concesso il via libera agli aiuti umanitari Onu per le città assediate in Siria. Lo hanno rivelato le Nazioni Unite in una nota, specificando che la decisione riguarderà le città di Madaya, Fuaa e Kafraya. “L’arrivo dei primi aiuti a Madaya è previsto nei prossimi giorni” ha spiegato Melissa Fleming, portavoce dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), aggiungendo: “Speriamo di arrivare prima che altre persone muoiano di fame”. La città è sotto l’assedio duplice delle forze lealiste di Assad e delle milizie libanesi sciite di Hezbollah e già 17 persone sono morte di fame.
Positivo il commento dell’Unione europea all’autorizzazione concessa del governo siriano. La decisione “è un primo passo nella giusta direzione” che “l’Unione Europea saluta positivamente, aspettandosi che venga pienamente applicato ed esteso a tutte le parti nella città assediata”, si legge in un comunicato congiunto dell’Alto Rappresentante Federica Mogherini e del Commissario per gli aiuti umanitari, Christos Stylianides. Secondo quanto si legge nella nota “l’accesso umanitario va concesso senza condizioni, in modo che le organizzazioni umanitarie possano portare alle popolazioni bisognose aiuti vitali come cibo e medicine, come richiesto dal Consiglio di Sicurezza Onu”.
“Tutte le parti in conflitto”, proseguono Mogherini e Stylianides, “devono desistere dal prendere di mira obiettivi civili, compresi scuole e ospedali. È importante – conclude il comunicato – realizzare concrete misure di costruzione della fiducia a sostegno dei prossimi colloqui politici fra siriani il cui è inizio è fissato alla fine di gennaio, una fine degli attacchi ai civili, dei bombardamenti aerei e dell’assedio di aree civili”.
Le condizioni in cui versa la popolazione a Madaya e nelle altre città è catastrofica. L’assedio dura da oltre sei mesi, il mancato approvvigionamento di cibo sta causando una crescita a dismisura del mercato nero (con il prezzo del riso che si aggira intorno ai 70 dollari al chilo) e gli abitanti ricorrono a qualsiasi mezzo per sopravvivere – compreso cibarsi di fogliame. Come se non bastasse, negli ultimi mesi sono arrivati centinaia di profughi provenienti dalla vicina Zabadani, rendendo la situazione ancora più drammatica.