Bruxelles – La Commissione europea necessita di più tempo del previsto per valutare e completare il rinnovo di un accordo di 12 anni contro il contrabbando di sigarette con la multinazionale del tabacco Philip Morris (PMI). La discussione ruota intorno ad un’intesa vincolante firmata dall’esecutivo comunitario con l’azienda nel 2004 che arriverà a scadenza nel luglio 2016 e dovrebbe dunque essere rinnovata. L’accordo da un miliardo di euro, ricorda un servizio di Euobserver, prevedeva una collaborazione di Philip Morris nella lotta contro il traffico illegale, producendo soltanto la quantità di sigarette richiesta dal mercato legale, assicurando di vendere solo a rivenditori legittimi e introducendo un sistema di tracciamento.
Se gli Stati membri hanno già dichiarato di essere favorevoli verso l’apertura dei negoziati per il rinnovo, allo stesso tempo la Commissione ha dichiarato di non aver ancora preso una decisione sulla proroga, e lo farà soltanto dopo aver analizzato pregi e difetti del contratto. Ecco perché la data entro la quale questa valutazione doveva essere ufficializzata è stata spostata in avanti non una, ma bensì due volte.
Già nel mese di maggio 2015, il commissario supervisore del rapporto, Kristalina Georgieva, si esprimeva dicendo che “un accordo verrà sancito in un paio di settimane”. I giorni passarono, e dopo 5 mesi, a inizio ottobre, Georgieva diceva che “dobbiamo ancora finalizzare la questione, ma entro il 31 di dicembre la pubblicheremo”. Così ad oggi non si ha ancora una risposta certa.
Le uniche possibilità sono da attribuire alla portata dell’accordo, che si basa sull’atto illegale di contrabbandare sigarette, quindi la Commissione può aver scoperto che un giudizio indipendente era molto difficile da trovare, a causa di mancanza di informazioni dovuta proprio alla natura della questione. In ogni caso, se la Commissione deciderà di rinnovare l’accordo, non vi è nessuna garanzia che sarà simile a quello attuale.
Georgieva dovrà comparire, per affrontare “definitivamente”, questa annosa questione il 25 gennaio in una riunione del comitato presso il Parlamento europeo. Se per quella data non ci saranno risposte concrete possiamo aspettarci domande alquanto scomode da parte degli eurodeputati.