Bruxelles – Nonostante le pressioni dell’Europa, preoccupata per la libertà di stampa nel Paese, la Polonia ha ratificato la controversa legge che pone i media nazionali sotto il diretto controllo del governo. Il presidente polacco, Andrzej Duda, ha firmato il testo sfidando in modo aperto l’Unione Europea. La legge definisce le emittenti pubbliche radiotelevisive “istituti nazionali culturali” e dà così al governo guidato da Beata Szydło, del partito conservatore Diritto e Giustizia di Jarosław Kaczyński, il potere di nominare i nuovi vertici aziendali, azzerando con la sua entrata in vigore il mandato degli attuali membri delle direzioni e dei consigli di sorveglianza della tv e della radio pubblica.
Il presidente della Commissione jean-Claude Juncker ha confermato che Bruxelles sta valutando la possibilità dell’applicazione dell’articolo 7 del Trattato di Lisbona che permetterebbe di mettere ‘sotto sorveglianza’ la Polonia e addirittura di sospendere il suo diritto di voto in Consiglio. Una mossa in realtà più volte paventata anche contro l’Ungheria di Viktor Orban e mai applicata. “Non dobbiamo drammatizzare troppo”, ha chiesto Juncker, “non dobbiamo speculare su conseguenze che potrebbero essere collegate all’applicazione dell’articolo 7 visto che non siamo a quel punto e non credo ci arriveremo”. La Polonia, ha aggiunto, “è a pieno un membro dell’Unione europea” e l’Europa con lei vuole avere “una relazione buona e amichevole”. Insomma la questione deve essere affrontata, secondo Juncker, con “un approccio costruttivo”.