Bruxelles – Oltre 50 morti e 127 feriti. Questo il bilancio dell’attacco del camion-bomba che è esploso oggi (giovedì) al centro di addestramento della polizia Al-Jahfal a Zliten, nella Libia occidentale. Secondo Al-Arabiya, che cita fondi mediche, le vittime potrebbero essere 70. Il camion-cisterna carico di tritolo si è schiantato contro la porta della base mentre le reclute erano impegnate in un’esercitazione. Secondo Al Jazeera gli ospedali della zona si trovano in una situazione di emergenza, con quello di Misurata che ha lanciato disperato un appello alla popolazione chiedendo di donare il sangue. Sebbene non vi siano state finora rivendicazioni ufficiali dell’attentato, forte è il sospetto che dietro di esso si celi l’ombra dell’Isis. A rafforzare l’ipotesi è arrivato il messaggio del gruppo editoriale collegato all’Isis Aamaq che ha commentato l’attacco parlando di “operazione di martirio”.
La condanna dei leader
Dura la condanna dell’inviato delle Nazioni Unite Martin Kobler che ha esortato i libici a “unirsi urgentemente per combattere il terrorismo”. Secondo l’Alto Rappresentante Federica Mogherini, è necessaria una “rapida attuazione dell’accordo politico libico, in modo che un governo di Unità Nazionale possa essere insediato al più presto, per difendere tutti i cittadini libici” che “avranno così l’opportunità di mettere da parte le loro divisioni e lavorare uniti contro la minaccia terroristica”. L’accordo, ha continuato Mogherini, contribuirebbe “anche a preservare le risorse della Libia, a sconfiggere i terroristi che vogliono indebolirne la prosperità e a ripristinare la sicurezza e la stabilità in tutto il Paese”.
Gli attacchi agli impianti petroliferi
Ad oggi, tuttavia, la Libia è un paese nel caos. Lo Stato Islamico continua la sua avanzata nella Regione e, dopo Sirte e Nawfalya, ha preso il controllo di Bin Jawad, divenuta nuova “capitale” libica del Califfato. Lunedì scorso Daesh ha intrapreso un’offensiva finalizzata a prendere il controllo dei porti petroliferi di Sidra e Ras Lanuf – i più importanti del paese. Da giorni, inoltre, infuriano scontri armati tra i miliziani di Daesh e le guardie petrolifere per il controllo del porto di Sidra con i militanti dell’Isis che hanno dato alle fiamme almeno cinque serbatoi di stoccaggio del petrolio. Diversamente da quanto avvenuto in Siria e Iraq – dove il Califfato ha preso il controllo di alcuni impianti estrattivi di greggio per utilizzarli – la strategia dell’Isis in Libia è quella di distruggere i terminal petroliferi, interrompendo così il rifornimento all’Europa.
Al via i lavori per il Governo di Unità Nazionale
Per cercare di rendere la situazione in Libia più gestibile, l’Alto Rappresentante incontrerà venerdì in Tunisia i membri della presidenza del Consiglio libico, con l’obiettivo comune di dare l’avvio ai lavori per il governo di Unità nazionale. Nel corso del viaggio incontrerà anche il primo ministro designato Fayez al-Sarraj e l’inviato Onu Martin Kobler.