Bruxelles – L’importante è che i cittadini ungheresi che lavorano onestamente e contribuiscono all’economia britannica non siano trattati come immigrati. Poi, un accordo a livello europeo sulla riforma del welfare britannico tanto cara a David Cameron, si può trovare. È un incontro dai toni distesi quello tra Viktor Orban e il premier britannico, che oggi è volato a Budapest nella speranza di trovare in uno dei colleghi più critici nei confronti dell’Unione europea un valido alleato sulle sue proposte di riforma per evitare la Brexit. Una pensata azzeccata, si direbbe dall’esito dell’incontro: su tre delle quattro aree su cui Cameron chiede riforme “lo sosteniamo pienamente”, assicura Orban. Anzi, aggiunge, “andremmo anche oltre le sue richieste”, ma “non abbiamo lo stesso peso della Gran Bretagna e per questo gli siamo molto grati”. Tra Londra e Budapest, continua Orban, “c’è un accordo spirituale e strategico”.
Orban: “Non trattateci come migranti”
Più complicata la questione sulla quarta richiesta britannica, quella di modificare il proprio sistema di welfare per potere escludere dai benefit sociali i cittadini degli altri Paesi Ue per un periodo di quattro anni. “Per noi è molto importante non essere considerati migranti, qui le parole contano”, sottolinea Orban. “Vorremmo chiarire che non siamo migranti nel Regno Unito ma siamo cittadini che appartengono all’Unione europea, che possono cercare lavoro liberamente ovunque nell’Ue”, insiste, assicurando: “Non vogliamo andare nel Regno Unito e togliere loro qualcosa, non vogliamo essere parassiti. Vogliamo lavorare, e credo che gli ungheresi lavorino bene, dovrebbero ottenere rispetto e non subire discriminazioni”. Su questa questione, assicura comunque Orban, il gruppo di Visegrad, costituito oltre che dall’Ungheria anche da Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia lavorerà congiuntamente visto che, fa i conti il premier ungherese, secondo l’ufficio statistico britannico, nel Paese ci sono 55 mila lavoratori ungheresi e 790mila polacchi, oltre a 300 mila tedeschi. “Sono sicuro che riusciremo a trovare una soluzione che vada bene per i lavoratori ungheresi, per i cittadini ungheresi e che soddisfi anche le esigenze di David Cameron”, è ottimista Orban secondo cui ci sono “buone possibilità” di accordo.
Cameron: “Cerco soluzioni non compromessi”
Cameron, dal canto suo, per il momento non è pronto a fare passi indietro. “Ho messo sul tavolo la proposta dei quattro anni e non ne uscirà senza che sia messo in atto qualcosa di ugualmente importante al suo posto”, spiega il premier, che si dice però “pronto ad ascoltare soluzioni alternative, soluzioni non compromessi”.
La ricerca dell’alleanza con Berlino
Prima di Budapest, la ricerca di alleati del premier britannico è passata da Berlino, dove Cameron ha incontrato la cancelliera tedesca, Angela Merkel e i suoi alleati della Csu in occasione del congresso del partito. Un occasione che Cameron ha colto per lanciare una chiara richiesta di aiuto a Berlino. Le riforme dell’Unione europea per cui Londra sta combattendo per evitare una Brexit “farebbero bene a tutta l’Ue e la Germania può aiutare ad ottenerle”, scrive il premier in un intervento pubblicato dalla Bild: “Sto negoziando cambiamenti che affronterebbero le preoccupazioni del popolo britannico”, ma “i problemi nell’Ue che stiamo cercando di risolvere sono problemi anche per la Germania e gli altri partner europei”.
Il premier britannico sottolinea che “Gran Bretagna e Germania sono alleati chiave nel creare un’Ue prospera e sicura” e ricorda che i due Paesi fanno un “lavoro vitale insieme” che si tratti “delle convinzioni condivise su libero commercio e finanze solide, del nostro importante contributo al budget Ue, del nostro aiuto per ridurre le sofferenze che conducono i rifugiati in Europeo del lavoro congiunto dei nostri servizi militari e di intelligence contro il terrorismo”. Berlino dovrebbe sostenere le richieste di Londra perché “assicurare questi cambiamenti significherebbe che possiamo continuare la nostra partnership in futuro”.
Cameron insiste sui tagli ai benefit sociali per i cittadini europei
Ma anche in questa occasione Cameron ha mostrato di non è pronto a passi indietro sul taglio dei benefit sociali per i cittadini Ue: “Come la Germania, la Gran Bretagna crede nel principio della libertà di movimento dei lavoratori”, assicura Cameron “ma questo non deve significare l’attuale libertà di rivendicare tutti i benefit dal primo giorno ed è per questo che ho proposto di restringerli per i primi quattro anni”, insiste Cameron. Rimane dunque fermo il principio di “fermare le persone dal ricevere da un sistema di welfare senza prima avere contribuito ad esso”.
Le altre richieste
Il premier ribadisce anche le altre richieste, come quella di “eliminare l’eccessiva burocrazia e le barriere al commercio che minano la crescita” e trasferire i poteri “da Bruxelles al Bundestag, all’House of Commons e agli altri parlamenti nazionali”. Questi cambiamenti “farebbero una grande differenza nel persuadere il popolo britannico a votare per rimanere nell’Ue”, insiste Cameron che spera in un accordo con i partner Ue al Consiglio europeo di febbraio e potrebbe, in quel caso, decidere di fissare il referendum già a giugno.
Con Merkel “incontro eccellente”
Cameron si mostra più fiducioso dopo il faccia a faccia di ieri sera con la cancelliera tedesca. Un “incontro eccellente”, lo definisce, assicurando che “le discussioni stanno andando bene” e dicendosi convinto che “tutte le questioni possano essere affrontate”. Anche se le discussioni “sono dure e ci sono temi difficili, sono fiducioso, con la buona volontà – e c’è buona volontà – penso che da tutte le parti possiamo portare questi negoziati ad una conclusione e poi tenere il referendum”.