Bruxelles – L’Italia “non penso debba sentirsi ‘un sorvegliato speciale in Europa’”, perché “in questi due anni il governo e il Paese hanno mostrato una volontà riformatrice di cui sono convinto che i più attenti nostri partner europei hanno compreso il valore e apprezzato i primi risultati”. Ne è convinto l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In un’intervista al Corriere della Sera l’ex capo dello Stato ha parlato anche della crisi di Schengen. “Guai a farlo saltare”, e “a ristabilire confini nazionali e ad erigere muri, a mettere a rischio la conquista storica della libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione”, ha ammonito. Secondo Napolitano “occorre stare molto attenti a non sovrapporre il rischio terrorismo a un approccio di apertura regolata soprattutto verso quanti hanno diritto all’accoglienza come rifugiati”, per questo serve “massima preoccupazione e attiva vigilanza per garantire la sicurezza in Europa”, ma deve essere “senza strumentalismi volti a provocare una deriva di patologica chiusura, di violazione di convenzioni internazionali e norme europee per la protezione del diritto all’asilo, e dunque di fatale regressione rispetto a valori e conquiste del processo di integrazione europea”.
Parlando al Parlamento europeo nel 2014 Napolitano affermò che “non regge più una politica di austerità a ogni costo”. “Da allora questa considerazione è stata sempre più largamente condivisa negli ambienti europei”, afferma oggi riconoscendo che “da un lato, per quel che riguarda le politiche di bilancio degli Stati nazionali, si sono introdotti criteri di flessibilità alla cui definizione l’Italia ha partecipato e di cui possiamo beneficiare”, con “il presidente Renzi e il ministro Padoan che si sono molto spesi in questo senso”. E dall’altro lato “il presidente della Commissione Juncker ha annunciato un importante impegno per un adeguato piano di investimenti”. Per il presidente emerito “questi ed altri orientamenti debbono essere portati avanti effettivamente e con coerenza: è interesse non soltanto dell’Italia, ma dell’Europa”. Napolitano ha anche chiesto “una strategia di sviluppo seria, concertata al livello europeo”, una strategia “che abbracci novità ormai mature come l’attribuzione di una “capacità di bilancio” all’Unione europea”, definendola “uno sforzo a cui il nostro Paese può dare il suo contributo propositivo con la necessaria puntualità, determinazione e attitudine al dialogo con altre posizioni presenti nelle istituzioni dell’Unione”.