Bruxelles – La nazionalità non c’entra niente, tutte le scelte per i posti chiave tra i funzionari della Commissione europea vengono fatte solo in base al merito. L’esecutivo comunitario “lavora a beneficio di tutti, non è un aggregato di Stati, i nostri passaporti li lasciamo alla porta”. Il portavoce Margaritis Schinas cerca di smorzare le polemiche scoppiate nel nostro Paese dopo la notizia della mancata sostituzione di Carlo Zadra, unico italiano presente nel gabinetto di Jean Claude Juncker, con un connazionale. Per la Commissione “che è un civil service interistituzionale”, contano “solo qualifica, merito ed esperienza e niete altro”, ha assicurato il portavoce. Il fatto quindi che ora nello staff di Juncker non ci sia più nemmeno un italiano non deve far preoccupare secondo Bruxelles.
La notizia era stata accolta ieri con grande stupore dal sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi che aveva definito la decisione di non scegliere un altro italiano per quel ruolo “inaccettabile”. Polemiche che sono piaciute poco all’esecutivo comunitario: “L’idea di usare i media per fare politica sul personale non è una buona idea. Non lo è mai stata”, taglia corto il portavoce della Commissione Ue, secondo cui “è una pessima idea usare i media per introdurre la politica e le polemiche sulle questioni del personale”.
Le dimissioni di Zadra, che aveva le deleghe su migrazioni, giustizia e affari interni, sono maturate dopo una serie di scontri cominciati già all’inizio del 2015, caratterizzati da modi ritenuti dispotici del tedesco Selmayr.