Bruxelles – La Commissione europea tenta di mettere un po’ d’ordine e fermare l’effetto cascata che sta portando i Paesi del nord Europa a chiudere uno dopo l’altro le proprie frontiere. Il commissario europeo all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha convocato domani a Bruxelles i rappresentanti di Danimarca e Svezia, ultimi due Paesi a sospendere la libera circolazione prevista dall’accordo di Schengen, insieme alla Germania, da cui transita gran parte dei migranti che poi proseguono per il nord Europa. Intorno al tavolo a Bruxelles siederanno il ministro della giustizia e dell’immigrazione svedese, Morgan Johansson, il ministro all’immigrazione della Danimarca, Inger Stojberg e il segretario di Stato parlamentare del Ministero dell’Interno tedesco, Ole Schröder. La decisione di convocare l’incontro è arrivata “in seguito all’introduzione di controlli di identità obbligatoria per ogni forma di trasporto dalla Danimarca verso la Svezia, alla reintroduzione dei controlli temporanei da parte della Svezia e da parte della Danimarca”, spiega il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas. La speranza è quella di riuscire a “migliorare il coordinamento dei Paesi coinvolti per assicurare una migliore gestione ella pressione migratoria”.
Nel frattempo la Commissione ha condotto una prima valutazione sulla decisione della Danimarca, effettiva da ieri a mezzogiorno, di reintrodurre per dieci giorni (fino al 14 gennaio) i controlli sistematici alle frontiere. Una decisione presa soprattutto come reazione ai controlli reintrodotti dalla Svezia. “Sulla notifica di ieri da parte della Danimarca, la Commissione può dire che prima facie sembra essere una situazione coperta dalle regole e che monitoreremo da vicino la situazione e terremo informati Parlamento e Consiglio europeo così come previsto dallo Schengen Border Code”, fa sapere Tove Ernst, portavoce dell’esecutivo comunitario per l’immigrazione.
È invece ancora sotto esame, e potrebbe porre più problemi, la nuova legge introdotta dalla Svezia che da ieri e per almeno sei mesi ha introdotto controlli di identità obbliatori per tutti i viaggiatori che arrivano nel Paese dalla Danimarca. Controlli che sono le stesse compagnie di trasporti a dovere condurre pena una multa pari a 50mila corone svedesi (oltre 5mila euro) in caso vengano trovati passeggeri sprovvisti della necessaria carta d’identità valida. Da ieri dunque i controlli vengono effettuati sui collegamenti dei traghetti e soprattutto all’ingresso del ponte di Oresund che collega Copenaghen con la città svedese di Malmo, da cui transitano ogni giorno circa 20mila lavoratori pendolari. Chi viaggia in treno invece dovrà ora cambiare all’aeroporto di Copenaghen dove è obbligatorio sottoporsi ai necessari controlli. Risultato: tragitto più lungo di almeno una mezz’ora e lunghe file. Sebbene dunque la Svezia avesse già reintrodotto controlli temporanei alle frontiere e comunicato alla Commissione europea la decisione, il nuovo approccio crea non poche complicazioni e proprio per questo sarà al centro dell’incontro convocato per domani dalla Commissione.
Si tratterà solo di un primo incontro ristretto tra i Paesi protagonisti di questo momento, ma è sempre più evidente che la questione Schengen vada affrontata rapidamente in una discussione allargata a tutti gli Stati membri. La prima occasione per farlo potrebbe essere il prossimo consiglio informale dei ministri degli Interni in programma per il 27 gennaio ma, con un effetto domino che procede a questo ritmo, la scadenza appare ancora lontanissima.