Bruxelles – Atene ha presentato ai creditori il suo piano per la riforma delle pensioni in Grecia, che consisterà in una una ristrutturazione complessiva mirata ad affrontare i problemi di deficit di cui soffre l’attuale sistema, circa 800 milioni, che lo mettono a rischio collasso. Si tratta di una delle riforme più sensibili contenute nel Piano concordato a luglio con le Istituzioni in cambio del prestito da 86 miliardi. Il governo di Alexis Tsipras, nel piano messo a punto dal ministro del welfare, l’ex eurodeputato Giorgos Katrougalos, ha dovuto accettare diversi sacrifici ma ha provato a ridurre i tagli per quanto possibile. “La bozza di riforma è arrivata e sarà discussa entro la fine del mese, all’interno delle trattative sulla prima revisione del programma per il Paese”, ha affermato il portavoce della Commissione Margaritis Schinas.
L’età pensionistica verrà innalzata a 67 anni e sarà garantita a chi ha vissuto nel Paese per almeno 15 anni. Per una residenza di 40 anni, l’assegno di base sarà di 384 euro (il resto dipenderà dai contributi), ma sarà tagliato di un quarantesimo per ogni anno di residenza in meno. Per semplificare il sistema verranno uniti in un fondo unico, l’Organizzazione nazionale per le assicurazioni sociali (Efka), i principali fondi delle diverse categorie (in tutto sei), ma si risparmieranno quelli degli agricoltori e dei pescatori che continueranno ad esistere. I tagli alle pensioni dovrebbero essere di circa il 30% per le più alte e del 15% per quelle superiori ai 750 euro al mese. Per ridurre i tagli l’esecutivo di Syriza ha proposto di aumentare dell’uno e dello 0,5 per cento rispettivamente i contributi dei datori di lavoro e dei lavoratori. Verrà fissato un tetto di 2.300 euro per le pensioni singole (ora è 2.700) e di 3.000 (ora è a 3.680) per i cittadini che ottengono più di una pensione.
Un altro dei punti di forte dibattito tra Atene e l’Europa è l’eliminazione dell’Ekas, ovvero il contributo aggiuntivo che viene assicurato al momento proprio ai pensionati più poveri. Il contributo verrà mantenuto fino al 31 dicembre 2019 e sarà di 57,5 euro per chi guadagna dai 7.720 ai 7.900 euro all’anno di pensione, di 115 euro tra 7.518,01 e 7.720 euro, 172,50 euro tra 7.216,01 e 7.518 e infine 230 euro per pensioni fino a 7.216 l’anno.
Il presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos ha chiesto ai “partner dell’Unione europea di tenere in considerazione che il sistema pensionistico è il cuore dello Stato sociale e della giustizia in Europa”, che si tratta “del pilastro principale, non solo della democrazia europea ma della sua stessa civilizzazione”. Il presidente ha anche chiesto che si tenga in conto il principio di reciprocità per cui le pensioni, al di là dei tagli, non debbano scendere al di sotto almeno dei contributi versati. “Voglio credere e non solo sperare”, ha concluso, “che la posizione della Grecia e i sacrifici dei greci vengano compresi”.