Bruxelles – Liberi tutti. “I membri del governo saranno liberi di prendere posizioni personali”. Il premier britannico David Cameron ha deciso di permette ai suoi ministri euroscettici di fare campagna in favore della Brexit nel referendum che si terrà nel regno entro il 2017, al termine di negoziati tra Londra e Bruxelles sulle regole dello “stare insieme” nell’Unione europea. Lo ha detto durante un question time, oggi alla Camera dei Comuni.
Cameron oggi ha parlato ai deputati per illustrare l’esito del Consiglio europeo di dicembre, nel quale si è deciso di affrontare approfonditamente la questione Brexit nel summit del 18 e 19 febbraio. Al termine del negoziato, ha comunque promesso Cameron, “ci sarà una chiara posizione del governo” in merito al voto referendario. Il premier ha anche ribadito che “i punti più difficili sono la libera circolazione nell’Ue e le questioni legate al Welfare”, ma, ha promesso, “lavoreremo intensamente in questi negoziati”, che dovranno portare a “impegni legalmente vincolanti e irreversibili”. Il premier spera si possa trovare un “pieno accordo” politico a febbraio, anche se “potrebbe prendere considerevolmente più tempo”.
Il tema più ripetuto nel dibattito, molto acceso, a tratti teso, anche tra deputati conservatori e il loro premier, è stato quello della “ever closer Union”, della quale, ha ribadito Cameron “non vogliamo essere parte, e questa, al termine del negoziato, dovrà essere una questione legalmente vincolante e irreversibile”.
Sui tempi del referendum Cameron ha detto che “non dobbiamo essere precipitosi, un mese dopo la chiusura del negoziato non basta, e neanche tre”.
Alcuni ministri da tempo mordono il freno per poter fare campagna a favore dell’abbandono dell’Unione se il negoziato in corso non dovesse avere il successo che si spera a Londra (e che difficilmente sarà raggiunto). Qualcuno forse vorrebbe comunque abbandonare l’Unione, mentre il premier dovrebbe schierarsi per una permanenza tra i Ventotto, anche se, ovviamente, ha detto di “non escludere nulla”, in base all’esito della trattativa. La libertà di voto per i ministri è la via d’uscita che Cameron sarà probabilmente costretto a prendere per non dover rimuovere prima della campagna elettorale referendaria quei membri del suo governo che non saranno a favore della permanenza nell’Ue.
La decisione annunciata è ovviamente piaciuta agli esponenti di Vote Leave, che vorrebbero abbandonare l’Unione.