Bruxelles – La Polonia è il nuovo sorvegliato speciale dell’Unione europea. A fare drizzare le antenne a Bruxelles, il nuovo corso che Varsavia ha imboccato con decisione dopo le elezioni dello scorso 25 ottobre che hanno portato al potere il partito di destra conservatore ed euroscettico di Beata Szydlo. Dopo avere scatenato le proteste della popolazione per una discussa legge sulla Corte Costituzionale, il nuovo governo ha messo nel mirino la libertà di stampa adottando una legge che sottopone i media pubblici al controllo del partito conservatore al potere. Una mossa piaciuta decisamente poco alla Commissione europea che ha già messo in agenda un primo “dibattito orientativo” sulla situazione creatasi nel Paese.
Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker “ha programmato un primo dibattito sullo stato di diritto in Polonia il 13 gennaio”, annuncia il portavoce dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, ricordando che “la Commissione europea, insieme a Parlamento e Consiglio è responsabile di garantire lo stato di diritto e i valori fondamentali dell’Unione” e che “da marzo 2014 la Commissione ha adottato un nuovo quadro per affrontare le minacce sistematiche allo Stato di diritto in qualsiasi Stato membro”. La procedura per violazione dei valori europei fondamentali può portare fino alla sospensione del diritto di voto del Paese in Consiglio europeo del Paese incriminato.
“Molte cose ci spingono ad attivare il meccanismo sullo stato di diritto e a porre Varsavia sotto sorveglianza”, ha dichiarato il commissario all’Agenda digitale, Gunther Oettinger in un’intervista all’edizione domenicale della Frankfurter Allgemeine Zeitung. La scorsa settimana deputati e senatori polacchi hanno approvato la controversa legge che mette fine con effetto immediato ai mandati dei membri delle direzioni e dei consigli di sorveglianza della tv e della radio pubblica polacca. Sviluppi che ricordano quelli dell’Ungheria di Viktor Orban. Ma “il direttore (di una radio o tv pubblica) non può essere licenziato senza motivazioni. Così arbitrariamente”, denuncia il commissario europeo che sembra pronto a sostenere la linea dura nei confronti di Varsavia nel corso della riunione della prossima settimana.
Non si tratta del primo avvertimento che Bruxelles invia al governo polacco. Già prima di Natale il vicepresidente della Commisione europea, Frans Timmermans aveva inviato due lettere, una al ministro degli Esteri polacco e una a quello della Giustizia esprimendo preoccupazione per i nuovi sviluppi e ricordando che “lo stato di diritto è uno dei valori comuni su cui l’Unione europea è basata”.