Bruxelles – Non solo Madrid, ma anche Barcellona è senza governo. Inizia in maniera davvero difficile il 2016 per la Spagna, dopo le ultime elezioni politiche nazionali e locali catalane non hanno permesso di formare una maggioranza nei due governi.
Ieri ha gettato la spugna Artur Mas, leader indipendentista conservatore catalano, che pur guidando la forza uscita maggioritaria alle elezioni del settembre scorso non è riuscito a trovare alleati per formare un governo. La formazione indipendentista di estrema sinistra Cup (Candidatura di unità popolare) ha deciso di non sostenere Mas, rendendo dunque impossibile la sua investitura e obbligando la regione a nuove elezioni, che si dovrebbero tenere nel mese di marzo, quando potrebbero svolgersi anche nuove elezioni nazionali se a Madrid non si troverà una maggioranza.
Mas, leader della coalizione indipendentista “Insieme per il sì”, aveva ottenuto 62 dei 135 seggi del Parlamento catalano, ma aveva bisogno dei dieci voti dei deputati di Cup per tornare a capo del governo locale. Ma la critica alle politiche di austerity di Mas ha avuto la meglio nel voto svoltosi all’interno di Cup. Formalmente c’è tempo fino al 9 gennaio per il leader indipendentista per trovare una coalizione, ma secondo gli osservatori spagnoli sembra un’eventualità praticamente impossibile. Dalla Commissione europea, per bocca del portavoce Margaritis Schinas, come d’abitudine il commento di oggi è stato “non abbiamo nessun commento sulle questioni regionali in Spagna”.
A Madrid i partiti nazionali (ed in particolare il Partito popolare di Mariano Rajoy, fiero oppositore delle istanze locali) hanno in realtà tirato un respiro di sollievo, poiché così si ferma per almeno qualche tempo l’impeto indipendentista catalano. Il 9 novembre scorso il Parlamento catalano aveva approvato una risoluzione indipendentista che è stata poi la Corte suprema ha bocciato come incostituzionale. Questo però non aveva bloccato gli autonomisti, che intendevano procedere verso una secessione, ma per farlo hanno bisogno, per lo meno, di un governo in carica.
Nel frattempo a Madrid si lavora in vista della prima riunione delle Cortes, il 14 gennaio, per trovare una maggioranza di governo, ma anche lì il percorso è particolarmente accidentato, dato che nessun partito ha la maggioranza necessaria e anche la formazione di coalizioni è molto difficile. La Commissione europea, ha ribadito oggi Schinas, “come disse il giorno dopo le elezioni, spera che la Spagna possa avere un governo stabile che possa continuare a lavorare con le istituzioni Ue e con i partner europei”. Anche per il Parlamento nazionale spagnolo si parla, esplicitamente, di un nuovo ricorso alle urne, che potrebbe cadere in primavera, dunque molto vicino al voto catalano, creando due campagne elettorali parallele dagli esiti davvero incerti.