Bruxelles – L’età minima per poter accedere a Facebook e altri social network potrebbe presto essere alzata a 16 anni. È una delle norme contenute nella riforma delle regole sulla protezione dei dati in Europa, su cui hanno raggiunto un accordo Parlamento europeo e Consiglio Ue. L’accordo, che deve ancora essere ratificato dal voto, prevede che agli Stati membri sia lasciata la possibilità di decidere l’età minima per un minorenne per poter accedere a servizi che utilizzano i loro dati personali, o che permettono loro di condividere informazioni, foto o quant’altro. L’idea alla base è che non sempre in giovane età si è consapevoli delle conseguenze di una tale condivisione. Inizialmente un emendamento chiedeva che l’innalzamento dell’età a 16 anni fosse obbligatorio per tutti i Paesi membri. La cosa avrebbe avuto conseguenze per social network come Twitter e Facebook (dove ora il limite di età è di 13 anni), ma anche su programmi come Whatsapp o addirittura sulle email. Dopo le forti pressioni delle lobby informatiche, ma anche vista l’opposizione all’idea di Paesi come la Gran Bretagna, si è trovato il compromesso secondo cui saranno i governi a decidere dove piazzare l’asticella in un range che va dai 13 ai 16 anni.
Una riforma delle regole di protezione dei dati era attesa da lungo tempo, la proposta della Commissione europea risale al 2012. “Queste nuove norme paneuropee sono adatte sia ai cittadini sia alle imprese. I cittadini e le imprese beneficeranno di norme chiare adeguate all’era digitale che conferiscono una protezione forte e al tempo stesso creano opportunità e incoraggiano l’innovazione nel mercato unico digitale europeo”, ha dichiarato la commissaria alla Giustizia Věra Jourová.
La riforma si compone di due strumenti. Il primo è il regolamento generale sulla protezione dei dati che consentirà alle persone di controllare meglio i propri dati personali. Il secondo è la direttiva sulla protezione dei dati trattati dalla polizia e dalle autorità giudiziarie penali, che mira ad assicurare che i dati delle vittime, dei testimoni e degli indiziati siano debitamente protetti durante le indagini penali e le azioni di contrasto. Al tempo stesso, la maggiore armonizzazione delle leggi faciliterà anche la cooperazione transfrontaliera tra le forze di polizia o i magistrati delle procure.