Roma – Accordando la fiducia al governo sulla Legge di stabilità, con 162 sì e 125 no, il Senato ha approvato in via definitiva la manovra di bilancio per il 2016. Ora si profila uno scontro con la Commissione europea, che in primavera dovrà esprimere il parere definitivo sulla manovra. Già nel rinvio del giudizio, a novembre, l’esecutivo comunitario aveva espresso critiche, in particolare sull’abolizione delle imposte sulla prima casa. Non solo la decisione di Palazzo Chigi è stata confermata, ma le modifiche apportate al testo nel corso dell’iter parlamentare – dalla family card, con cui le famiglie con più di tre figli minorenni potranno godere di sconti su alcuni acquisti, al piano per sicurezza e cultura voluto dal premier, Matteo Renzi – porteranno il deficit al 2,4% del Pil contro il 2,2% indicato in precedenza.
Si rimane sotto la soglia del 3% prevista dai trattati, ma si inverte la rotta rispetto al 2,2% indicato dall’esecutivo nell’aggiornamento al Def. Si tratta di un bilancio finanziato in deficit, dunque, che nelle intenzioni del governo serve a sostenere la timida ripresa registrata nel 2015. Si preannuncia così un’accesa dialettica tra Roma e Bruxelles. Un banco di prova per la rinnovata battaglia con cui Renzi intende portare l’Ue ad abbracciare in modo più deciso le politiche di crescita allentando i vincoli del rigore.
La più imponente misura inserita nella Legge di stabilità riguarda il rinvio delle clausole di salvaguardia. Dei 35,4 miliardi della manovra, infatti, ben 16,8 serviranno a impedire l’aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti, che la scorsa finanziaria fissava per il 2016. Rimangono in piedi altre clausole di salvaguardia che scatteranno nel 2017 (per un valore di 15 miliardi) e nel 2018 (20 miliardi), se il governo non individuerà altre soluzioni in futuro.
Si è già accennato all’abolizione della Tasi sulla prima abitazione. Ne beneficeranno circa 19 milioni di famiglie, per un valore complessivo di 3,7 miliardi di euro. Sono inclusi nello sgravio anche i terreni agricoli, mentre per le seconde case date in comodato d’uso a parenti stretti, purché non si possiedano ulteriori unità abitative, si pagherà l’Imu al 50%. Un’altra riduzione sulla Tasi è stata riconosciuta ai separati che mettono un appartamento a disposizione dell’ex coniuge.
Altro importante tassello della manovra è il piano contro il terrorismo voluto dal premier. Si tratta di 2,6 miliardi suddivisi secondo il principio – proposto da Renzi anche ai partner europei – che “per ogni centesimo speso in sicurezza bisogna spenderne uno in cultura”. Sul primo versante si colloca l’estensione del bonus da 80 euro anche agli operatori delle forze dell’ordine, che ne erano esclusi perché superavano la soglia di reddito di 15 mila euro. Saranno anticipate di un anno le assunzioni previste per il 2017 in Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza. Inoltre, ci sarà un investimento di 150 milioni di euro per la cyber security e altri 50 saranno a disposizione per l’ammodernamento dei mezzi tecnici in dotazione ai vari corpi di sicurezza.
Riguardo alla cultura, che nell’idea del premier deve aiutare a contrastare la radicalizzazione nelle città europee, ogni neo maggiorenne riceverà una card con 500 euro di credito da spendere per partecipare a mostre, spettacoli e concerti o acquistare prodotti culturali. Gli iscritti al conservatorio avranno un bonus da mille euro che potranno spendere per l’acquisto di strumenti musicali. Per il recupero e la riqualificazione delle periferie, inoltre, è previsto un fondo da 500 milioni al quale potranno attingere gli enti locali.
Altro punto molto discusso della finanziaria è la misura salva banche. Il decreto messo a punto per scongiurare il salvataggio di Cari Chieti, Cari Ferrara, Banca Marche e Banca Etruria è stato infatti inserito nella manovra, con la previsione di un fondo da 100 milioni di euro che servirà a risarcire almeno in parte i sottoscrittori delle obbligazioni subordinate che sono sul piede di guerra per aver perso una quota ingente dei propri risparmi.
Confermato lo sgravio contributivo per chi assume a tempo indeterminato, anche se con qualche riduzione. Per i contratti stipulati nel 2015, infatti, lo sgravio era totale e durava 3 anni, mentre i contratti firmati nel 2016 godranno di una riduzione degli oneri contributivi al 40% e la durata è accorciata a 2 anni. Per le aziende c’è l’ulteriore sostegno del cosiddetto ‘super ammortamento’, ovvero la possibilità di detrarre il 140% degli investimenti fatti per l’acquisto di beni strumentali. Alle imprese del Sud sono destinati 2,4 miliardi per garantire un credito d’imposta per 4 anni a chi investe in macchinari, impianti e attrezzature.
Per i pensionati over 75 aumenta la soglia di esenzione fiscale, fissata adesso a 8mila euro (prima era a 7.750) di reddito annuo. Si alza a 3 mila euro il limite per i pagamenti in contanti, ma il tetto rimane a mille euro per i servizi di money transfer. Al contempo si incentiva l’uso dei pagamenti elettronici, abolendo per i commercianti la facoltà di rifiutare bancomat e carte di credito per le transazioni sotto i 30 euro. Gli esercenti, che potranno continuare a rifiutare le carte di pagamento solo in caso di impedimenti tecnici, verranno tutelati dall’imposizione di un tetto alle commissioni bancarie (non più di 7 millesimi per importi inferiori ai 5 euro) per l’utilizzo del pos.
Sulla sanità è In arrivo un concorso straordinario per l’assunzione di personale medico, una necessità per garantire il rispetto dei turni di lavoro imposto da una direttiva europea. Il 50% dei posti a disposizione sarà riservato alla stabilizzazione dei precari.
Novità anche in auto. Le macchinette autovelox non si fermeranno più alla registrazione di violazioni ai limite di velocità. Gli apparecchi potranno essere usati anche per verificare il regolare pagamento della tassa di circolazione, della revisione e dell’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile.
L’ennesima richiesta di fiducia avanzata dal governo ha fatto infuriare le opposizioni. Loredana De Petris, capogruppo di Sel al Senato, ha comunque dichiarato che il suo partito avrebbe “votato contro questa legge anche se non avesse comportato la fiducia al governo”. De Petris la definisce “una legge iniqua, non espansiva e del tutto inutile ai fini di una ripresa robusta e duratura”. La senatrice si scaglia contro “la pezza con la quale il governo vorrebbe riparare ai danni fatti col decreto slava-banche”. A suo avviso, infatti, il fondo di 100 milioni di euro previsto per i rimborsi degli obbligazionisti subordinati “coprirà solo un quinto delle perdite subite dai risparmiatori coinvolti”.
Paolo Arrigoni, per il Carroccio, ha rincarato le critiche parlando di una “manovra piena di marchette, mance e favori”, che porta avanti “una prassi da prima Repubblica” per la ricerca del consenso elettorale. Per la Lega Nord, l’esecutivo è colpevole di “non aver toccato la riforma Fornero e non aver dato risposte ai pensionati”.
Anche Michela Montevecchi, per il M5s, parla di “marchette” elargite dal governo per guadagnare voti nelle urne. L’intento, a suo avviso, è così palese da lasciar intendere che, oltre alle previste amministrative di primavera, il premier abbia in mente di celebrare “altre elezioni”, quelle politiche, entro il 2016.
Per Forza Italia, il capogruppo Paolo Romani giudica la manovra “politicamente e tecnicamente sbagliata”. Da un lato perché si è scelto di “ricorrere all’ennesimo voto di fiducia”, dall’altro perché la finanziaria “si caratterizza per la sua indeterminatezza” e “non affronta in maniera seria né la riduzione della spesa pubblica, sottoposta all’alea più che alla certezza dei risultati, né il nodo strutturale del debito pubblico”. Il suo collega di partito, Paolo Galimberti, ha aggiunto che la manovra “non ha ancora ottenuto il placet dell’Unione europea”, e quindi c’è il rischio che “gli italiani si trovino a far fronte a una manovra correttiva in primavera”. Ma la partita con Bruxelles sulla Stabilità è ancora da giocare ed è presto per conoscerne l’esito.