ALLARGAMENTO: complice l’emergenza immigrazione si riavvia il processo negoziale di adesione della Turchia. Si aprono nuovi capitoli negoziali, si stabilisce di accelerare il nuovo regime di concessione dei visti, e si danno aiuti economici ad Ankara.
BREXIT: Il referendum sulla permanenza nell’Ue del Regno Unito si terrà entro la fine del 2017, forse già il prossimo anno, ma il dibattito è già aperto. Il primo ministro David Cameron ha già presentato le richieste per rinegoziare la permanenza britannica. Più autonomia del Parlamento di Westminster e ‘no’ a ulteriori nuove integrazioni politiche, nessuna adesione all’Euro e tutela giuridica ed economica dei Paesi che non aderiscono alla moneta unica, potenziamento del mercato unico e modifiche alla libera circolazione le condizioni presentate ufficialmente da Cameron.
CLIMA: Il 2015 è l’anno del nuovo accordo sul clima, raggiunto anche grazie al ruolo negoziale dell’Ue. I leader si sono accordati per impegni volti a contenere entro i 2 gradi centigradi il surriscaldamento mondiali, con l’obiettivo di contenerlo di 1,5 gradi per la fine del secolo. C’è anche l’intesa per rendere disponibili 100 miliardi di dollari all’anno per favorire la transizione dei Paesi in via di sviluppo e finanziare azioni di mitigazione dei rischi legati ai cambiamenti climatici. Ogni cinque anni si farà il punto della situazione.
DRAFT BUDGETARY PLAN: In italiano è la “bozza di legge di bilancio”, la manovra economica che ogni Paese deve presentare entro il 15 ottobre come previsto dal “two pack”, le regole di revisione del patto di stabilità e crescita. Complice la politica interna, il Portogallo non notifica alla Commissione europea la proposta di legge di stabilità. Un fatto mai successo. E’ un altro esempio della difficoltà a rispettare le regole europee.
EXPO2015: Il 2015 è l’anno dell’esposizione universale di Milano, che riporta Expo in Italia dopo oltre vent’anni. Dedicato alle questioni dell’accesso al cibo, Expo produce la “Carta di Milano”, un documento partecipato e condiviso che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo.
FLESSIBILITA’: a gennaio la Commissione europea presenta la comunicazione sulla flessibilità. E’ la fine dell’austerità, con il riconoscimento dell’allentamento dei vincoli del patto di stabilità previsti dal trattato medesimo.
GERMANIA: Il problema di questa Europa, almeno secondo Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio critica l’Europa troppo germano-centrica in occasione dell’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo dell’anno. Dirà che non si tratta di “attacco” quanto di “domande”, ma il 2015 segna l’apice delle tensioni tra Italia e Germania. Renzi chiede di uscire dalla “subalternità” tedesca, invocando un nuovo corso fatto di crescita.
HELMUT SCHMIDT: Muore il 10 novembre uno dei personaggi di rilievo della storia dell’Unione europea, Helmut Schmidt. Cancelliere tedesco dal 1974 al 1982 e presidente del Consiglio europeo (luglio-dicembre 1978), contribuisce al processo di costruzione dell’Europa in lanciando il varo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il sistema monetario europeo (lo Sme, che introduce l’Ecu come unità di scambio e dalla cui evoluzione arriverà l’Euro) e favorendo la prima elezione diretta del Parlamento europeo, avvenuta nel 1979.
INVESTIMENTI: Il piano Juncker per gli investimenti per rilanciare l’Europa è la prima grande iniziativa dell’attuale Commissione europea. Presentato nel 2014, nel 2015 gli Stati membri iniziano ad annunciare di voler contribuire mettendoci soldi. Annunciano la partecipazione, nell’ordine, nove Paesi: Germania (8 miliardi), Francia (8 miliardi), Italia (8 miliardi), Spagna (1,5 miliardi), Lussemburgo (80 milioni), Polonia (8 miliardi), Slovacchia (400 milioni), Bulgaria (100 milioni) e Regno Unito (8,5 miliardi).
JAROSLAV KACZYNSKI : in Polonia Jaroslav Kaczynski e il suo partito Diritto e giustizia stravincono le elezioni parlamentari di ottobre e ottengono la maggioranza assoluta, che consente agli euroscettici polacchi di governare da soli. Lascia a Beata Szylo la poltrona di primo ministro.
KIEV: Continua l’avvicinamento di Kiev all’Europa. Nel 2015 si è lavorato intensamente per l’accordo di libero scambio tra Ue e Ucraina che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2016 e la Commissione ha raccomandato la soppressione dei visti per i soggiorni di breve durata nella Ue dei cittadini ucraini. I Ventotto hanno anche deciso di rinnovare per altri sei mesi le sanzioni economiche nei confronti di Mosca per la crisi ucraina.
LETTONIA: Da gennaio a giugno 2015 si annota la prima presidenza di turno del Consiglio Ue della Lettonia nella storia dell’Unione europea. Di per sé un evento storico.
MIGRANTI: Il 2015 è l’anno della crisi dei migranti. Grandi flussi di richiedenti asilo arrivano in Europa dapprima via mare, poi via terra lungo la rotta del Balcani occidentali. L’Italia chiede e ottiene un vertice straordinario del Consiglio europeo ad aprile, la Commissione europea propone uno schema di ricollocamento e reinsediamento volontario e obbligatorio per tutti. Il sistema delle quote da ripartire e l’obbligatorierà della proposta di fatto spaccano l’Europa. L’impegno di ripartire oltre 100mila migranti da Italia e Grecia resta lettera morta. A Natale si contano meno di 200 ricollocamenti. Intanto gli Stati membri reintroducono controlli alle frontiere esterne, mentre si alzano barriere lungo le frontiere esterne. Gli Stati membri chiedono che in caso di emergenza si possano reintrodurre controlli alle frontiere per più di sei mesi, cambiando di fatto le regole di Schegen.
NUCLEARE IRANIANO: Il 14 luglio la comunità internazionale e l’Iran raggiungono un accordo sul programma nucleare di Teheran. Si permette di sviluppare il programma a fini civili, a patto che la repubblica islamica riduca a 300 chili le scorte di uranio arricchito, riduca di due terzi il numero delle centrifughe, e ispettori Aiea abbiano accesso 24 ore su 24 a tutti i siti militari e civili. Si inizia la rimozione delle sanzioni. L’Ue è tra i mediatori dell’accordo, che porta la firma degli Alti rappresentanti Catherine Ashton e Federica Mogherini.
OLIO TUNISINO: Come misura di sostegno all’economia tunisina ed evitare turbolenze nel Paese, il 17 settembre la Commissione europea propone un aumento delle esportazioni di olio d’oliva tunisino verso il mercato Ue, offrendo fino alla fine del 2017 la possibilità di esportare senza aggiunte tariffarie ulteriori 35mila tonnellate all’anno di olio in aggiunta alle attuali 56.700 tonnellate previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia. I Paesi del sud protestano, per l’Italia è un duro colpo al “made in”.
PRODUCT FROM PALESTINE: L’indicazione obbligatoria in etichetta che l’Ue introduce con nota interpretativa dell’11 novembre ai cibi e ai prodotti provenienti dai territori palestinesi occupati innesca una crisi diplomatica Ue-Israele. Il governo dello Stato ebraico risponde annunciando che l’Ue è fuori dal processo di pace in Medio Oriente.
QUANTITATIVE EASING: Il 22 gennaio il governatore della Bce, Mario Draghi, annuncia che la Banca centrale europea procederà al Quantitative Easing (QE), la vasta operazione di acquisto di titoli pubblici per stimolare l’economia dell’Eurozona. Previsti acquisti al ritmo di 60 miliardi di euro al mese fino a settembre 2016. A dicembre viene annunciata l’estenzione del programma fino a marzo 2017.
RUSSIA: Dopo la crisi con l’Ucraina, la tensione con Mosca si acuisce per l’abbattimento di un caccia russo al confine turco-siriano. Il fatto si verifica il 24 novembre, Pochi giorni dopo – il 2 dicembre – la Nato dà l’OK ad un ingresso del Montenegro quale ventinovesimo membro dell’Alleanza. Mosca non la prende bene.
SPAGNA: L’anno si chiude con le elezioni politiche spagnole, che vedono la fine del bipolarismo che ha contraddistinto le logiche di governo dalla fine del franchismo in poi. Il Partito popolare di Mariano Rajoy si conferma prima partito, con il Psoe dietro. Nessuno dei due ha però i numeri per governare, e per la prima volta nella storia si dovrà cercare un governo di coalzioni. Terzo partito Podemos, per la prima volta in Parlamento proprio come i centristi di Ciudadanos.
TERRORISMO: Il 2015 si apre con gli attentati terroristici a Parigi, contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, e si chiude con nuovi attentati terroristici, sempre a Parigi. L’Ue approva il Pnr, il registro per i passeggeri aereo in viaggio dentro e fuori l’Ue, e rilancia la cooperazione tra servizi di intelligence.
UBER: il servizio di trasporto passeggeri viene abolito in Belgio, ma finisce nel dibattito dell’Ue.
VOLKSWAGEN: la casa automobilistica al centro dello scandalo “Dieselgate”, con i motori diesel truccati sulle vetture vendute tra Stati Uniti. A ottobre si scopre che la auto con motore diesel hanno dati truccati sulle emissioni di ossido di azoto (NO), più alti di quelli effettivamente dichiarati e oltre i limiti consentiti. Poi si scopre che anche i motori benzina sono truccati, con le emissioni di monossido di carbonio (CO) più elevati del dichiarato. Complessivamente sono oltre 10 milioni i veicoli illegali in circolazione tra Stati Unite ed Europa.
WEB: La rivoluzione digitale dell’Unione europea inizia solo a fine anno, con la presentazione delle prime misure di un pacchetto complessivo di sedici azioni volte a creare un vero mercato unico digitale. Il 9 dicembre arrivano le proposte per la fornitura di contenuti digitali (ad esempio la musica in streaming) e una la vendita di beni online. Obiettivo è porre fine alla frammentazione giuridica nel settore del diritto contrattuale dei consumatori. Presentata anche la proposta di regolamento sulla portabilità per permettere di usufruire dei contenuti online anche all’estero. L’azione dell’Ue per il web sicuro ha anche la componente anti-terroristica. Dopo l’anno nero appena concluso, l’Europa è al lavoro per politiche di controllo della rete per evitare il reclutamento on-line e la diffusione di messaggi di odio.
XYLELLA: Il batterio attacca gli olivi in Puglia e in Francia, e la Commissione europea ordina l’eradicazione delle piante contaminate tra le proteste delle associazioni. E’ la prima crisi di questo tipo, e Bruxelles chiede a tutti gli Stati membri di elaborare piani d’emergenza in caso di propagazione delle infezioni.
YANIS VAROUFAKIS: Venuto alla ribalta come ministro dell’Economia del governo di Alexis Tsipras, il primo del partito Syriza, Varoufakis è il protagonista del non facile negoziato tra Atene e i creditori. Sfida continuamente le “istituzioni” ed in particolare con il Fmi. Considerato come il principale responsabile della nuova crisi del debito greco per presunte incapacità negoziali, non viene confermato a settembre dopo le nuove elezioni in Grecia che confermano Tsipras a capo dell’esecutivo. Critica il nuovo pacchetto di aiuti raggiunto da Atene con lui ministro dell’Economia e annuncia la creazione di un progetto politico tutto suo, che però non si vede. Di fatto con il 2015 irrompe nel panorama politico e ne esce. In attesa di un ritorno.
ZONA EURO: ancora una crisi dell’eurozona, ancora una crisi della Grecia. Il governo di Alexis Tsipras alla fine strappa un nuovo pacchetto di aiuti, ma non mancano momenti di tensione, soprattutto dopo la decisione del governo di indire un referendum sulle condizioni dei creditori. Mesi di braccio di ferro che hanno visto Atene ricorrere al controllo dei capitali, con chiusura delle banche, e il default tecnico con il Fondo monetario internazionale. Il 30 giugno scade il programma di assistenza, senza che un nuovo sia rinnovato. La zona Euro per la prima volta nella storia ha uno stato insolvente.