Bruxelles – Acceso confronto al Vertice europeo tra Matteo Renzi e Angela Merkel. Il presidente del Consiglio italiano afferma che da parte sua non c’è stato nessun attacco, “non ho mai attaccato la Germania e non lo farò mai”, ma una discussione “seria, serrata”, c’è stata, quella sì, eccome. “Ad Angela Merkel mi lega un rapporto di amicizia e stima ma questo non mi ha impedito di porre dei quesiti”, afferma Renzi nella conferenza stampa al termine del Summit di Bruxelles. E lo ha fatto, dice, sui temi più svariati: dagli aeroporti greci fino all’unione energetica e al Nord Stream, dalle impronte digitali da prendere ai migranti a problematiche legate all’unione bancaria. “Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela”, avrebbe detto il presidente del Consiglio alla cancelliera secondo fonti europee.
“Non è la prima volta che abbiamo differenze di opinioni, ma si trovano sempre soluzioni”, minimizza dal canto suo Merkel al termine della riunione.
Due temi, collegati, sono stati soprattutto al centro del confronto: le sanzioni alla Russia e il progetto di allargamento di Nord Stream, la tubatura che porta il gas di Mosca direttamente in Germania passando dal mar Baltico.
In Europa, ricorda Renzi, “si sta discutendo come, accanto all’implementazione degli accordi di Minsk”, per la fine del conflitto nell’Est dell’Ucraina, “si possa superare la fase sanzionatoria che, ricordo, è reciproca”, e sta colpendo non poco le aziende del Bel Paese. Sul rinnovo delle misure contro Mosca, che oggi hanno avuto il via libera degli ambasciatori dei Ventotto “non abbiamo nessun problema”, dice il premier aggiungendo però di aver trovato “di dubbio gusto” l’idea di far passare automaticamente il rinnovo a livello tecnico “senza aprire neppure una discussione. È stato sorprendente”. Per Renzi bisogna proseguire nel processo per “tornare a uno status quo che io auspico”. Il premier ha sottolineato l’importanza della Russia nella lotta globale al terrorismo e ha rivendicato di essere andato a Mosca a marzo quando tutti lo criticavano per la sua decisione. La “storia dimostra che quel tipo di visione si è avverata con un consesso internazionale che riporta la Russia al tavolo”. Ma se l’Italia ha sempre detto apertamente di essere favorevole a una normalizzazione dei rapporti con Vladimir Putin, qualcun’altro, attacca Renzi, ha fatto affari “alla chetichella” con Mosca.
Un anno fa l’Europa, ricorda, “ha detto no a South stream (il gasdotto che avrebbe dovuto collegare Russia e Ue passando dal mar Nero, ndr), con una scelta che ha creato un contenzioso pazzesco con diversi Paesi e aziende”, e che aveva un “valore politico”, rispetto all’Ucraina che Bruxelles vuole resti il principale Paese di transito del gas russo. Allo stesso tempo però ”improvvisamente alla chetichella si fa passare il principio del raddoppio di Nord Stream 2, con l’uno che non è ancora al massimo delle sue capacità”, e lo si fa “nel silenzio totale”. Per questo l’Italia ha sollevato la questione trovando, a quanto pare, un ampio consenso. “Solo Germania e Olanda erano contrari alle nostre obiezioni, chissà perché” pungola Renzi.
Su Nord Stream c’è stata una discussione “portata da diversi leader” che è stata “molto dura, articolata ed emotiva per certi versi”, racconta il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. La Commissione “ha valutato che se il gasdotto fosse costruito incrementerebbe la dipendenza e concentrerebbe l’ 80% del gas russo su una rotta” il che “porterebbe anche a un posizione dominante di Gazprom sul mercato tedesco”, ha aggiunto Tusk. Le critiche al progetto arrivano insomma da diverse parti, “la palla ora è nel campo della Commissione a cui spetta la decisione finale”, dichiara Renzi. L’esecutivo da parte sua ha già espresso diverse critiche al progetto, ma quello che succederà, conclude Renzi citando Battisti, “lo scopriremo solo vivendo”.