Bruxelles – Il primo giorno dell’ultimo Vertice europeo del 2015 finisce con i capi di Stato e di governo che fanno il punto sulla risposta che l’Europa sta provando a dare alla crisi dei rifugiati, ma non riescono a fare altro che constatare che si sta procedendo troppo lentamente e che si dovrebbe accelerare il passo. Nelle conclusioni si prendono impegni vaghi come quello a rimediare alle carenze nel funzionamento degli hotspot e a migliorare la registrazione e l’identificazione dei migranti. I leader Ue chiedono anche ai rappresentanti permanenti degli Stati membri di “concludere rapidamente il lavoro su come mobilitare i 3 miliardi di euro per la Turchia”, che dovranno essere utilizzati per sostenere la capacità di accoglienza del Paese. Si dice poi che l’Europa dovrebbe adottare la sua posizione sulla guardia costiera europea, proposta dalla Commissione, “sotto la presidenza olandese”, ovvero entro il primo semestre del 2016. Il progetto dell’esecutivo Ue, secondo il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker “ha trovato accoglienza largamente favorevole tra i leader” ma resta da vedere se davvero ci sarà accordo sul punto più controverso del piano e cioè la possibilità che la nuova Agenzia possa intervenire in uno Stato membro anche contro la sua volontà.
Sulla gestione della crisi dei migranti, l’Italia ha voluto farsi sentire rivendicando che l’Italia sta facendo la sua parte, criticando l’Europa per essere “troppo timida” e definendo “surreali” le critiche di Bruxelles per la mancata registrazione delle impronte digitali dei migranti irregolari. che è valsa al nostro Paese una procedura di infrazione per nulla gradita a Roma. L’Italia ha ottenuto delle timide aperture sulla questione dei ricollocamenti, che al momento procedono a velocità di lumaca. Nelle conclusioni del Vertice si afferma solo di volere “continuare a implementare lo schema”, ma si aggiunge che il Consiglio “invita a esaminare rapidamente la situazione che riguarda l’Afghanistan”. Questa è una delle richieste del nostro Paese che vorrebbe inserire anche gli afghani tra le nazionalità che possono essere incluse nel piano di ricollocamento dei rifugiati che al momento riguarda soltanto siriani ed eritrei, che nel nostro Paese cominciano a scarseggiare.
La giornata era iniziata con un duro attacco del presidente del Consiglio, che nel suo intervento al pre-vertice del Partito socialista europeo aveva affermato, secondo quanto raccontato dall’AdnKronos, che l’Europa non può essere guidata da un solo Paese, la Germania, e dalle politiche imposte dal fronte dell’austerità. Secondo quanto riferito da diverse fonti presenti all’incontro, Renzi ha evitato di criticare esplicitamente la cancelliera tedesca, Angela Merkel, tuttavia ha esortato alla creazione di un’Europa più collegiale e più solidale, più attenta alla creazione di posti di lavoro che ai bilanci contabili. Il presidente del Consiglio ha puntato il dito contro le imprese tedesche che fanno affari con la Russia, come nel caso del gasdotto Nord Stream, mentre sono in vigore le sanzioni economiche europee contro Mosca, sanzioni che stanno colpendo duramente l’economia italiana e che il nostro Paese vuole rivedere.