Bruxelles – “Sull’immigrazione l’Italia sta facendo la sua parte mentre l’Ue è ancora un po’ timida”. Questo il messaggio del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha parlato oggi a margine del consueto vertice del Partito socialista europeo, che precede vertice dei capi di Stato e di governo. Parlando dell’Italia, che è stata recentemente bacchettata dall’Ue per non aver applicato correttamente le procedure di registrazione, il Presidente del Consiglio ha dichiarato: “Il nostro Paese ha fatto molto sull’immigrazione e sta andando avanti bene” . Per quanto riguarda il dibattito in corso sulla raccolta delle impronte digitali, il presidente del Consiglio ha spiegato che “c’è questa discussione in atto” che ha definito “abbastanza surreale” perché “è evidente che le impronte e il riconoscimento facciale devono essere fatti, noi stiamo da qualche mese non solo prendendo le impronte ma anche fotosegnalando”. Inoltre, continua Renzi, “registriamo tutto quello che facciamo per non avere dubbi sulla modalità della procedura”. Questa polemica, ha continuato il premier, “ha poco senso di esistere” dal momento che “siamo oltre il 90% degli obiettivi raggiunti”.
E l’Europa? Secondo Renzi l’Ue “ha fatto qualche passo in avanti, seppur ancora un po’ timido”. Infatti, spiega il presidente del Consiglio “credo che la relocation abbia interessato meno dell 1% dei numeri che erano stati promessi”. Quello che è fondamentale, ha dichiarato Renzi, è che “l’Europa si dia una strategia per i prossimi anni: non si può andare avanti col day-by-day, è importante che si discuta di economia, di immigrazione, e di lotta alla disoccupazione”, ma anche che vi sia “un dibattito serio sulla potenziale uscita della Gran Bretagna” e che la stessa ipotesi Brexit “sia un’occasione per fare una riflessione un po’ meno superficiale di quella fatta fino adesso”.
Il Presidente del Consiglio ha parlato anche della questione delle 4 banche salvate tramite un decreto del governo, che in questi giorni sta sollevando molte polemiche. L’iniziativa di governo, ha spiegato Renzi “ha permesso di salvare qualcosa come 1 milione di persone e 7.200 posti di lavoro”. “Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare in ottemperanza alle regole europee – spiega Renzi – è chiaro che investitori, azionisti e obbligazionisti subordinati non hanno, per i principi del bail-in, una tutela come i correntisti ma abbiamo detto” assicura Renzi “che chi ha sbagliato pagherà”. “Verificheremo se ci sono state truffe – assicura Renzi – il nostro è un governo che non ha paura di dire con forza quello che c’è da dire”. “Non a caso” ha aggiunto il premier “stiamo riflettendo sull’ipotesi che l’arbitrato di eventuali situazioni di truffa sia fatto da un’autorità nazionale anti-corruzione presieduta da Raffaele Cantone con un’assoluta garanzia di terzietà indipendenza”. “Meno male”, ricorda Renzi, “che il governo ha fatto il decreto, altrimenti sarebbe saltata in aria una parte importante dello Stato”. “Nessun timore e nessuna preoccupazione quindi – conclude il presidente del Consiglio – ma la volontà di dare un segnale molto chiaro, come dimostra la scelta di Cantone”.