Bruxelles – Il nemico pubblico numero 1 in seguito agli attentati di Parigi, Salah Abdeslam, è stato “quasi arrestato” due giorni dopo gli attacchi, ma il Codice penale belga lo ha impedito. L’incredibile rivelazione l’ha fatta Koen Geens, il ministro della Giustizia belga durante un’intervista alla rete televisiva VTM che andrà in onda Mercoledì sera.
Secondo il quotidiano fiammingo Het Laatste Nieuws, Koen Geens ha rivelato che Salah Abdeslam “si trovava probabilmente in un alloggio di Molenbeek due giorni dopo gli attacchi di Parigi”, dove i servizi di intelligence lo avrebbero individuato la notte di domenica 15 novembre. La polizia però non è intervenuta perché il Codice penale non autorizza le perquisizioni tra le ore 21 e le 5, salvo in caso di flagranza di reato o di incendio. Il terrorismo non era (almeno non ancora, ora il ministro ha proposto un cambiamento della norma) considerata una eccezione a questa regola. La polizia è dunque intervenuta alla fine del pomeriggio, dopo aver ottenuto un mandato di perquisizione, scrive il quotidiano.
Alcuni anni fa il ministero della Giustizia dovette affrontare un problema simile, in quanto il servizio di controllo dei soggetti obbligati al braccialetto elettronico come misura sostitutiva al carcere non lavorata tra le 23 e le 6 del mattino. Dopo una lunga polemica la questione fu risolta.
Il ministro degli Interni, Jan Jambon, ha poi spiegato come Abdeslam ha attraversato tranquillamente la frontiera tra Francia Belgio dopo gli attentati: “Abbiamo avuto sfortuna, se fosse passato quindici minuti dopo l’avremmo preso, perché lo avremmo avuto segnalato nel database”. Questione di tempi.