Bruxelles – Gli Stati europei accolgano i rifugiati siriani direttamente dalla Turchia. A chiederlo è la Commissione europea che ha presentato una raccomandazione per dare vita ad un schema volontario di resettlement “umanitario” e condividere così le responsabilità con Ankara che accoglie oltre due milioni di profughi siriani. Un aiuto nei confronti della Turchia che però potrà arrivare soltanto ad una condizione precisa: il Paese deve ridurre il flusso di migranti irregolari che arrivano in Europa: soltanto nel 2015 ne sono arrivati, lungo questa rotta, oltre 750 mila. Se questa riduzione non ci sarà scatterà una clausola di revisione che porterà alla sospensione o all’adattamento (al ribasso) del meccanismo.
L’esecutivo comunitario invita gli Stati membri a partecipare all’accoglienza su base volontaria in base alle proprie possibilità, che saranno determinate sulla base delle capacità di assorbimento, accoglienza e integrazione ma anche popolazione, Pil, tasso di disoccupazione e sforzi già compiuti sull’accoglienza dei richiedenti asilo. Ai rifugiati accolti dovrà essere garantita protezione sussidiaria per un periodo di almeno un anno.
“Stiamo proponendo ai nostri Stati membri di offrire protezione temporanea a persone vulnerabili che fuggono dal violento conflitto in Siria, in linea con le loro capacità individuali”, spiega il presidente della Commissione europea, Jean -Claude Juncker secondo cui “essere un grande contiente porta grandi responsabilità”. Per il presidente della Commissione lo schema “aiuterà a stabilire una equa divisione delle responsabilità per la protezione dei profughi siriani in Turchia”, un partener “chiave” con cui l’Europa lavora per “ridurre la miseria umana che arriva dalla migrazione irregolare e portare ordine nei flussi migratori verso l’Ue”.
La Commissione propone per l’accoglienza un procedimento accelerato in cui gli Stati membri ammetterebbero le persone bisognose di protezione internazionale sulla base di una raccomandazione formulata dall’Unhcr dopo un consulto con la Turchia. Saranno condotti anche controlli su identità, sicurezza e salute e saranno valutati i legami familiari esistenti. L’intera procedura non dovrebbe durare più di sei mesi. Ogni Paese si impegnerà anche a riaccogliere i rifugiati che, dopo essere Stati accolti, si dovessero spostare illegalmente verso altri Stati membri.
Anche questo tema sarà forse sul tavolo del mini-summit che si terrà domani a margine del Consiglio europeo tra alcuni Paesi membri e la Turchia, per la quale dovrebbe partecipare lo stesso primo ministro, Ahmet Davutoglu. A tenere le redini della riunione dovrebbe essere la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ma dovrebbero essere presenti anche i leader di Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svezia, oltre che il presidente della Commissione europea Juncker.