Bruxelles – Una sedia vuota, a marcare la sua assenza forzata e sua moglie a rappresentarlo e a parlare in suo nome. Il Parlamento europeo ha consegnato il premio Sakharov per la libertà di pensiero a Ensaf Haidar, che lo ha ritirato a nome di suo marito, Raif Badawi, il blogger saudita condannato a ricevere mille frustate e che sta attualmente scontando dieci anni di prigione per un post pubblicato sul suo blog e ritenuto offensivo per l’Islam.
“Badawi è diventato un simbolo e un riferimento per tutti quelli che combattano per i diritti fondamentali nella regione, e oltre” ha sottolineato il presidente dell’Assemblea comunitaria Martin Schulz durante la cerimonia. “Nonostante i rischi, attraverso la sua attività di blogger ha coraggiosamente incoraggiato il pensiero libero esercitando la sua libertà di espressione e colmando un vuoto lasciato dalla mancanza di libertà di stampa nel suo paese”.
“I liberi pensatori arabi devono nascondere le proprie idee per riuscire ad andare avanti”, ha ricordato la moglie Ensaf Haidar, citando il marito durante la cerimonia a Strasburgo. “Le idee libere e aperte sono considerate blasfeme nell’ideologia adottata dalle società arabe, in cui ogni pensiero libero è decadenza e una deviazione rispetto al vero cammino”, ha continuato aggiungendo poi: “Raif Badawi non è un criminale. È uno scrittore e un libero pensatore: questo è il solo crimine di Raif Badawi. Quello di essere una voce libera in un paese che non accetta altro che il pensiero unico”. Attualmente Ensaf Haidar vive con i loro figli in Canada dove hanno ricevuto l’asilo politico. Il presidente Schulz ha chiesto l’amnistia al re Salman d’Arabia Saudita e di liberare immediatamente e incondizionatamente Raif Badawi. Schulz ha anche invitato la autorità saudite a interrompere la censura sistematica delle opposizioni pacifiche, riferendosi a personalità come Waleed Abu al-Khair, Abdulkarim Al-Khodr, Ashraf Fayadh e Ali Mohammed al-Nimr. “Siamo preparati ad un confronto sui diritti umani”, ma “nessun gesto di terrore o sistema penale disumano ci potrà dissuadere dalla lotta per i diritti umani. Nessun alibi legato alla sicurezza, nessun accordo sulle armi o sul petrolio ci farà cedere”, ha dichiarato Schulz.