Strasburgo – “La proposta della Commissione su una guardia di frontiera europea è positiva perché va nel senso di un’assunzione di responsabilità comune delle frontiere esterne, ma la politica europea sull’immigrazione non può essere applicata a pezzi, altrimenti esplodono le contraddizioni. Bisogna applicarla in modo complessivo: controlli e registrazioni devono andare di pari passo a redistribuzione, accoglienza e integrazione”. Lo ha ricordato la capodelegazione degli eurodeputati Pd, Patrizia Toia, intervenendo nell’aula della plenaria del parlamento europeo a Strasburgo nel dibattito sulle proposte della Commissione europea sulle frontiere comuni.
Per la capodelegazione degli eurodeputati Pd inoltre “non può essere che sia la geografia a decidere dove vive un profugo, l’Unione europea deve prendersi le sue responsabilità” e “bisogna fare attenzione all’uso della forza su migranti e rifugiati. Non bisogna dimenticare che si tratta di persone che spesso hanno subito delle violenze”.
“Bisogna superare subito le norme di Dublino che scaricano tutti gli oneri dell’accoglienza sui Paesi di primo approdo – ha esortato Toia – altrimenti si rischia che a pagare per le falle della politica comune sull’immigrazione siano proprio quei Paesi che fanno di più, mentre chi fa di meno può ergersi a giudice. Un rischio ben esemplificato dalle critiche della Commissione sugli hotspot non ancora funzionanti in Italia e Grecia, così come dalla procedura di infrazione contro l’Italia per le registrazioni non complete”.